IN GIRO PER MASCHITO (PZ)

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Un video girato nel paese che ha dato i natali ai miei genitori e che dedico a loro in particolar modo oltre che a tutti i maschitani sparsi per il mondo.
Maschito (Mashqiti in arbëreshë, Maschìte in dialetto lucano[4]) è un comune italiano di 1 489 abitanti[1] della provincia di Potenza in Basilicata.
È una delle colonie albanesi d'Italia della regione Basilicata (insieme alle comunità lucano-albanesi di Barile, Ginestra, San Costantino Albanese e San Paolo Albanese) fondata sul finale del XV secolo da esuli albanesi in fuga dalle persecuzioni turco-ottomane. Gli abitanti da oltre cinque secoli conservano l'uso corrente della lingua arbëreshe e la consapevolezza critica della propria identità etnica e culturale italo-albanese.
Maschito fu in epoca romana una fortezza militare, ma dopo un terremoto nel XIV secolo il paese fu abbandonato. Maschito sorse verso il 1467 sotto Ferdinando d'Aragona, quando Giorgio Skanderbeg gli mandò truppe per combattere gli Angioini pretendenti al trono di Napoli.
Dopo la presa di Croia da parte dei turchi, si ebbe, tra il 1478 e il 1479, una prima emigrazione di albanesi in Basilicata. Più tardi nel 1533 quando la conquista dell'Albania fu definitiva si aggiunsero, ai primitivi albanesi, dei coloni greci-albanesi provenienti da Corone. Col trattato di pace tra Carlo V e il sultano Solimano I, firmato a Costantinopoli nel 1533, la piazzaforte di Corone veniva consegnata ai turchi a condizione che gli abitanti, disposti a lasciare la città, si imbarcassero su una flotta e si rifugiassero in Italia. In tal modo i coronei si dispersero in varie località dell'Italia meridionale.
A quel tempo, il territorio di Maschito era proprietà della Mensa Vescovile di Venosa e del Priorato del Santo Sepolcro dell'ordine Gerosolimitano di Bari. In seguito, il De Icis nel 1539 a Venosa, sotto il viceré di Napoli Don Pedro de Toledo, debitamente autorizzato, fondò il Casale di Maschito e, con atto pubblico, redatto dal notaio Giovanni Francesco De Judice di Cosenza il 26 settembre 1541, i greci albanesi si obbligarono a pagargli l'annuo censo d'un ducato (£. 4,25) per ogni focolare o tugurio e, in più, 200 ducati (nel caso che il numero dei focolari aumentasse anche di uno solo).A Maschito si conservò, nei primi due secoli, il rito greco-ortodosso ma a causa alle pressioni del vescovo Deodato Scaglia furono obbligati al rito latino.

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