Mina - La canzone di Marinella (1967)

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2 note: Secondo singolo pubblicato da Mina con la sua personale etichetta discografica, la Platten Durcharbeitung Ultraphone il 1° febbraio 1968. Sostituisce sul mercato il precedente 45 giri, che pur avendo venduto 25.000 copie in tre giorni, viene subito ritirato dal mercato per una controversia legata ai diritti editoriali sull'utilizzo della musica del famoso Concerto d'Aranjuez di Joaquín Rodrigo. Quest'ultimo infatti si rifiuta di riconoscere l'originalità dell'arrangiamento del suo brano che Augusto Martelli elabora nella canzone Trenodia composta per Mina.
Rodrigo farà seguire la stessa sorte alle analoghe rielaborazioni pubblicate in quel periodo da Richard Anthony e Fabrizio De André, grazierà invece quella di Dalida addirittura intitolata Aranjuez la tua voce.
A causa del ritiro alcune discografie, compresa quella sul sito ufficiale, fanno risalire la pubblicazione alla fine dell'anno precedente (1967). Il problema non si pone se si considera questo disco una semplice ristampa del precedente con la sostituzione del brano sulla facciata principale ed una diversa scelta delle foto di copertina (restano in effetti invariati sia il brano sul lato B, sia l'idea grafica in generale), piuttosto che un'entrata autonoma e separata nell'elenco dei singoli.
Arrangiamento orchestra e direzione orchestrale sono sempre di Augusto Martelli.
La scelta cade ancora su un'ignorata favola in versi, già pubblicata tre anni prima da un giovane e sconosciuto Fabrizio De André all'epoca studente universitario, e inserita il mese precedente dalla stessa Mina nel suo primo album studio targato PDU (Dedicato a mio padre, dicembre 1967).
L'incredibile successo dell'interpretazione di Mina segna una svolta nella vita professionale e personale di De André, che grazie ai diritti d'autore incassati (600.000 Lire in un solo semestre) decide di abbandonare la facoltà di giurisprudenza per dedicarsi a quella attività di cantautore che lo consacrerà fra i nomi più prestigiosi di questo genere musicale in Italia.
« Nel momento in cui Mina negli anni sessanta cantò La canzone di Marinella determinò anche la mia vita. Scrivevo canzoni da sette anni, ma non avevo risultati pratici e quindi avevo quasi deciso di finire gli studi in legge. A truccare le carte è intervenuta lei cantando questo brano; con i proventi Siae decisi di continuare a fare lo scrittore di canzoni e credo sia stato un bene soprattutto per i miei virtuali assistiti. »
(Fabrizio De André, da un'intervista con Vincenzo Mollica (1997)

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