Il manicomio di Voghera venne progettato nel 1863 come ospedale psichiatrico che si occupava di tutta la provincia di Pavia. Il progetto era di Cesare Lombroso, che insegnava psichiatria all'università di Pavia e fu l'inventore delle teorie che basavano il giudizio di una persona sul suo aspetto e sulla conformazione ossea. Il manicomio venne inaugurato nel 1876 e il primo direttore fu appunto Lombroso, al quale seguirono Augusto Tamburini e poi Giuseppe Antonini, quello che poi fu direttore del manicomio di Mombello, a cui venne dato anche il suo nome. Il manicomio era considerato all'avanguardia per il trattamento delle malattie mentali, infatti lì vennero sperimentate le cure considerate più moderne, come l'elettroshock, l'annegamento, la contenzione legando i pazienti sui letti, le docce gelate o bollenti, la stroboterapia (luci stroboscopiche sparate negli occhi dei pazienti) e altri trattamenti oggi considerati torture. In questo manicomio Ugo Cerletti sperimentò per la prima volta lo "scalpello lobotomico", uno strumento che si infilava nel condotto lacrimale per arrivare al cervello e distruggerne le parti frontali adibite alla volontà e ai sentimenti, riducendo così i pazienti a dei vegetali. Ancora oggi, alle estremità nord e sud del complesso, ci sono quelle che erano chiamate le "rotonde dei forsennati", delle costruzioni semicircolari dove erano le celle adibite alla contenzione e "rieducazione" dei pazienti considerati più pericolosi. I pazienti venivano legati a dei letti cementati al pavimento per tempi indefiniti, fino a quando il medico di turno non decideva che potessero fare due passi nel cortile (ogni cella ne aveva uno, di pochi metri quadrati). Le celle erano totalmente prive di spigoli, così da impedire atti autolesionistici ai pazienti. Negli anni '50 le torture fisiche vennero sostituite dai nuovi psicofarmaci, con trattamenti che riducevano i pazienti alla totale passività. Quando nel 1978 venne approvata la legge 180, detta legge Basaglia, il manicomio venne convertito in ospedale psichiatrico, le cure non furono più così invasive e la separazione tra reparti, soprattutto tra maschi e femmine, fu eliminata. Fu così che nacquero anche storie d'amore tra i pazienti e ancora oggi si trovano camere con i nomi delle coppie che le occupavano scritti sulla porta. L'ospedale fu completamente abbandonato nel 1998, anche se una piccola parte è tutt'ora occupata dall'Asl di Voghera e dal Reparto di psichiatria dell'infanzia e, sul retro, dalle cucine dell'Asl. Nonostante l'abbandono la struttura è ancora recuperabile, infatti ci sono progetti che puntano a trasformare l'ospedale in un centro polivalente con ristoranti, palestra, cinema, centri di aggregazione per giovani e altro. Grazie per le informazioni di Marco Patania di "Urbex & Mystery" e "tooSpeed music & travels"
Per la realizzazione di questo video NON è stata infranta la legge 614 CP, in quanto il luogo NON è abitato, adibito ad attività ed utilizzato. Non è stata effettuata violenza su
beni o cose per la realizzazione del suddetto filmato.
#urbex #urbexitalia #luoghiabbandonati
ISCRIVITI AL CANALE PER NON PERDERTI LE PROSSIME ESPLORAZIONI
/ @maxsurbex
Информация по комментариям в разработке