Il Fegato etrusco di Piacenza e la sua interpretazione. Il nuovo museo archeologico nei sotterranei

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Il fegato etrusco di Piacenza è eccezionale reperto che apre uno squarcio di conoscenza sul pantheon degli Etruschi, il loro cosmo, la grande tradizione di controllo sui riti di fondazione, di divinazione e di relazione con l'aldilà. Da solo vale la visita alla nuova sezione, quella romana, del museo archeologico di Piacenza, a Palazzo Farnese.


In totale ben 1.400 reperti - finora dispersi in mezza emilia Romagna - che narrano dell'importante colonia di placentia dalla sua fondazione nel 218 a.C. sino all’insediamento dei Longobardi nel VI secolo d.C.

"Il percorso, suddiviso in quindici sale, secondo un’impostazione tematica e didattica, si apre con un inquadramento territoriale e cronologico dell’epoca, nel quale si dà spazio alle scoperte e alla metodologia archeologica e si conclude con un video che ripercorre le tappe più significative della storia della città.


All’interno della Sezione Romana si ritrovano alcune eccellenze, come appunto il celebre Fegato di Piacenza o l’imponente statua panneggiata firmata dallo scultore ateniese Kleoménes, entrambe valorizzate dal nuovo allestimento, oltre ad alcuni importanti reperti inediti in grado di restituire il volto della città e di ricostruire la vita nella Placentia romana.

Nella sala dedicata alla domus romana si possono ammirare eleganti mosaici pavimentali e oggetti di uso quotidiano, come frammenti di mobilio e lucerne, strumenti per la scrittura, balsamari per unguenti e profumi, contenitori per il trucco e ornamenti personali, attrezzi per la cura della casa, la filatura e la tessitura, resti dei giochi da tavolo, tra cui una scacchiera del II-III secolo d.C. in terracotta.

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