La Toscana si conferma in prima linea per la parità di genere nello sport, diventando la prima regione italiana a sottoscrivere la Carta etica dello sport al femminile. Questo documento, ideato dall’Associazione Nazionale Atlete, rappresenta un impegno concreto verso la tutela dei principi di parità, rispetto e la promozione della pratica sportiva femminile a ogni età, superando quegli ostacoli che troppo spesso portano le donne ad allontanarsi dal mondo dello sport.
La firma della Carta è avvenuta a Coverciano, tempio del calcio italiano, durante “Donne e sport: cambiamo le regole del gioco”, un evento organizzato nell’ambito della terza edizione de “La Toscana delle Donne”.
In questa cornice si è celebrata l’eccellenza sportiva toscana al femminile con la consegna dei Pegaso delle Donne, alle atlete che rappresentano un modello di ispirazione per le nuove generazioni. Tra loro, le protagoniste di Parigi 2024 come Lisa Angiolini, Irene Siragusa, Caterina Banchelli, Costanza Cocconcelli, le azzurre del sitting volley, Greta Elizabeth Muti, insieme alla squadra di pallavolo del Castelfranco di Sotto Volley, neopromossa in Serie A2, e alle stelle della Fiorentina femminile.
Oltre alle celebrazioni, l’evento ha rappresentato un’importante occasione per riflettere su un problema ancora troppo attuale: il gender gap nello sport. Se il professionismo ha fatto passi avanti, come dimostra il riconoscimento per il calcio femminile, restano numerose criticità. Ruoli dirigenziali e tecnici sono ancora dominati dagli uomini, e il professionismo è una realtà esclusiva per pochissime discipline.
Questa disparità non è solo una questione di opportunità negate, ma di un sistema culturale che va cambiato dalle radici, coinvolgendo le giovani atlete, le famiglie e le istituzioni. La Toscana, con il suo impegno concreto, dimostra che cambiare è possibile, ma serve uno sforzo collettivo per abbattere gli stereotipi e creare un futuro dove ogni bambina, fin dalla prima infanzia, possa sognare e vivere lo sport senza barriere.
Lo sport al femminile non è solo una sfida agonistica: è una sfida culturale, sociale ed educativa. E oggi, qui in Toscana, stiamo lavorando per cambiare le regole del gioco.
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