Il Vinappeso: amarone, recioto e 36 mesi di attesa!

Accade non di rado che le idee vincenti nascano per caso o per gioco o per un errore o una svista. Un esempio lampante? L'amarone, nato, come narra la storia, per la dimenticanza di una botte di recioto lasciata andare e quindi senza blocco della fermentazione, che, in sostanza, ha trasformato la dolcezza del recioto in un vino più amaro e più consistente, insomma, un "amarone".

Anche il Vinappeso è nato quasi per caso o per gioco.
Il suo inventore è Walter Ceradini, macellaio e salumiere di lunga data, che una quindicina di anni fa, nel pieno di una crisi forte che stava attanagliando il settore, decise di provare a stagionare un pezzo di carne estratto dalla coscia del maiale, un taglio pregiato sacrificato a un potenziale prosciutto crudo e destinato invece a un esperimento sul cui esito non aveva la benché minima certezza.

Il risultato fu deludente: carne secca, immangiabile, priva di ogni appeal degustativo. Ma lì nacque l'idea di avvolgerla in un panno imbevuto di vino e le cose cambiarono decisamente.
Ascoltate la storia guardando il video e vi accorgerete di come Walter ha saputo prendere i prodotti principe della sua terra (siamo ad Arbizzano di Negrar, alle porte della Valpolicella), ovvero amarone e recioto, e farli diventare gli elementi caratterizzanti di questo suo prodotto, il Vinappeso, che viene creato utilizzando il cuore della coscia, lasciata stagionare per 30 mesi e poi affinata in recioto e amarone per altri sei. Il risultato? Un insaccato dal profumo e dal sapore incredibile, che parla di Valpolicella e di carne di qualità, presente oggi nei migliori ristoranti di mezzo Norditalia.

Ma non è solo questo. Il Vinappeso è stato anche l'ancora di salvezza di Walter, un'intuizione che gli ha permesso di andare avanti, di salvare l'azienda e lo stipendio dei suoi dipendenti e che oggi lo pone come uno dei creatori di gastronomia più interessanti a livello nazionale.

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