Fame, appetito e sazietà non sono la stessa cosa! Spiegato bene dalla psicologa

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Fame e appetito nel linguaggio comune sono talvolta considerati sinonimi, ma in realtà sono due aspetti separati e ben distinguibili.

Con la parola “fame” si definisce la necessità di un organismo di assumere cibo; il “centro della fame” (come anche quello della sazietà) è localizzato nel sistema nervoso centrale, a livello ipotalamico, ed è una zona sempre attiva che esercita l’impulso all’ingestione di alimenti. Il sistema nervoso centrale ha un’importanza fondamentale sui meccanismi implicati nella scelta degli alimenti per mantenere un rapporto equilibrato in nutrienti: la scelta di un alimento piuttosto che un altro risponde ad una precisa richiesta neuroendocrina che sta alla base del comportamento alimentare.
Risulta indubbio il ruolo dell’ipotalamo nel condizionare anche la selezione degli alimenti tramite alcuni neuro mediatori che intervengono sull’apporto dei nutrienti (carboidrati, proteine e lipidi). L’appetito invece (dal latino appetere, che significa chiedere, desiderare, avvicinarsi) è lo stimolo accentuato a raggiungere il proprio appagamento attraverso l’assunzione di particolari alimenti. Mentre la fame è naturale, l’appetito è soggettivo; la fame è un’esigenza, l’appetito una scelta.

Il controllo dell’assunzione del cibo consiste in una complessa rete di segnali che raccolgono informazioni dalla periferia (tessuto adiposo, intestino, stomaco), vengono elaborati a livello ipotalamico e quindi integrati a livello corticale per tradursi in comportamenti di ricerca di cibo oppure di non assunzione di cibo.
Numerosi sono i fattori coinvolti nella regolazione e controllo dell’alimentazione: ormoni (come insulina, grelina, etc), citochine (come leptina, adiponectina, etc) e neuro peptidi (come neuro peptide Y, oppioidi, etc).
Vi sono diverse teorie sulla regolazione della sazietà.
Teoria glucostatica: lo stimolo più importante sulla regolazione dell'appetito è la glicemia.
Teoria Lipostatica: i centri di fame e sazietà sono pesantemente influenzati dai depositi di grasso dell'organismo.
Teoria termostatica: teoria della regolazione dell’apporto alimentare in funzione della temperatura corporea.
Altri stimoli che regolano l’assunzione di cibo possono essere:
-modificazioni della temperatura ambientale
-stato di pienezza del tubo gastroenterico
-abitudini individuali
fattori ormonali: la colecistochinina, ormone gastrointestinale, prodotto in risposta all’ingestione di grassi, inibirebbe un’ulteriore assunzione di cibo.
Anche altri ormoni partecipano all’attività di regolazione della fame: tra questi vi sono la leptina, la serotonina e la grelina.
La leptina (come anche l’insulina) è un segnale di adiposità; è correlata alla quantità di grasso corporeo e informa l’encefalo di quanto grasso l’organismo abbia accumulato. La leptina induce un comportamento di astinenza dal cibo, fornendo il cosiddetto affetto anoressizzante ovvero aumentando il senso di sazietà. Il livello di leptina aumenta dopo i pasti e all’aumentare dell’indice di massa corporea e diminuisce in seguito ad attività fisica e all’aumentare dell’età.
Anche la serotonina produce senso di sazietà, riducendo l’appetibilità del cibo e la quantità totale di alimenti ingeriti, riducendo l’ingestione dei carboidrati ed aumentando l’ingestione delle proteine.
La grelina è un segnale di stimolo per l’appetito. Diminuisce dopo i pasti e all’aumentare dell’età, è più alta nelle donne e in caso di stress cronico.
Dal punto di vista pratico, per il controllo del peso può essere utile optare per alimenti ricchi di fibre alimentari, di proteine e di acqua che sono in grado di favorire la distensione gastrica e il senso di sazietà, di ridurre l’indice glicemico del pasto ed abbassare il picco insulinico. La protratta introduzione di pasti ad alto indice glicemico crea insulino-resistenza. Un picco glicemico, causa un picco insulinico che induce a mangiare fuori pasto (solitamente tra le 10:00 e le 11:00 di mattina e tra le 17 e le 18). Serotonina e insulina sono legate fra loro nel senso che la serotonina è in grado di promuovere il rilascio di insulina. La serotonina aumenta nelle ore notturne; così un pasto abbondante la sera aumenterà ancor più il rilascio di insulina e promuoverà il deposito di grassi. Anche il sonno fa variare il livello delle molecole segnale; in chi dorme troppo poco aumenta la fame e diminuisce il senso di sazietà.
Frutta, verdura, legumi, pesce, carne e uova hanno quindi un elevato potere saziante, mentre i prodotti da forno come torte, brioche e biscotti han il minore potere saziante in assoluto.
Più un alimento è digeribile meno sazia. Alimenti ricchi di fibre, grassi e proteine (che richiedono una digestione più lenta) sono più sazianti dei carboidrati e, fra questi, quelli a più alto indice glicemico (assimilati prima) sono meno sazianti di quelli a basso indice glicemico.

Da Foodology APP
Stagione 1 Puntata 13
   • FOODOLOGY n°13 '21 '22 - Perché i dol...  

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