Pusher "custodi del quartiere" e sentinelle: viaggio a San Basilio dopo la retata antidroga

Pusher e sentinelle osannati come se fossero degli angeli custodi del quartiere. "Quando uscivi la mattina alle 5 per andare a lavoro, ti sentivi protetta. E se qualcuno ti dava fastidio, loro c'erano sempre", dice una donna che abita nel quadrilatero della droga. Viaggio a San Basilio all'indomani della retata antidroga dei carabinieri  con 16 arresti, nella terra dove i cronisti sono "infami" e i pusher vanno tutelati da occhi indiscreti. C'è chi nega anche di averli visti a ogni angolo della strada. "Mai percepito la loro presenza", dice una donna che passeggia insieme al suo cane ai bordi di un parco per bambini davanti al quale gli spacciatori facevano affari. E un parente di uno dei due capi dello spaccio: "Tutti i giorni sta fermo là ma non lo so che fa". Perfino le sentinelle del territorio negano tutto. "Io mi faccio ma compro la droga a Termini", dice una delle vedette di San Basilio. "Dobbiamo far capire a questi giovani che 150 euro al giorno per fare le sentinelle non è vita", spiega don Antonio Coluccia, fondatore dell'opera di Don Giustino e che da anni si batte per eliminare lo spaccio a San Basilio. (di Romina Marceca e Riccardo De Luca) L'articolo

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