É ancora possibile il pluralismo educativo? 3/3

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𝟏𝟗-𝟐𝟏 𝐬𝐞𝐭𝐭𝐞𝐦𝐛𝐫𝐞 𝟐𝟎𝟐𝟒: Tre giorni per la scuola, la famiglia, il paese.
Tema: É ancora possibile il pluralismo educativo?
L’intento che gli organizzatori si prefiggono è quello di riflettere e, contemporaneamente, lanciare un allarme sul tema del pluralismo educativo in Italia, tema indissolubilmente legato alla garanzia del diritto dei genitori ad esercitare la loro libertà di scelta educativa nei confronti dei figli. All’interno degli eventi che animeranno la tre giorni si colloca la tavola rotonda del 20 settembre 2024, dalle ore 09.30 alle 13.00, presso l’Università Santa Croce, alla quale parteciperanno esponenti della classe politica di diversa estrazione culturale, oltre a quella del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, Sua Em. Card. Matteo Maria Zuppi. Perché tutto questo? La risposta è semplice: perché lo Stato che indossa le vesti di unico gestore del servizio di istruzione è lo stato totalitario, ossia quello che vuole indirizzare le menti dei suoi cittadini più giovani, cittadini adulti del domani. Allora affermare il diritto alla libertà di scelta educativa vuol dire che le scuole tutte potrebbero elaborare molteplici progetti educativi da proporre a famiglie, docenti e studenti: una simile libertà porterebbe ad un aumento della qualità dell’offerta formativa, frutto anche di un confronto costruttivo tra docenti, studenti e famiglie. E sarebbe un’offerta formativa accessibile a tutti, senza alcuna discriminazione economica. Non è un caso che in quelle regioni dove sono state avviate politiche di sostegno alla libertà di scelta educativa, gli standard di apprendimento degli studenti, così come ci dicono i dati INVALSI, siano superiori alla media nazionale e siano in linea con gli standard europei. Occorre, dunque, proseguire con il cammino intrapreso sino al raggiungimento della meta finale, così da salvare la percentuale del pluralismo educativo e consentire una nuova e vitale presenza di scuole pubbliche paritarie, soprattutto in quei luoghi dove più forte è il bisogno di riscatto culturale, sociale ed economico.

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