Negli ultimi decenni a Siracusa si sono moltiplicati i segnali di malcontento e insoddisfazione verso la politica, i leader, le istituzioni politiche e rappresentative.
La cronaca di tutti i giorni ci dice chiaramente che siamo sull’orlo del baratro sociale di non ritorno. Siracusa è allo sbando si ritrova negli ultimi posti sulla qualità della vita. Siamo in pieno degrado e disagio sociale.
La città gestita dall’Amministrazione del sindaco Francesco Italia e prim’ancora dell’ex Garozzo, Visentin, Bufardeci, Dell’Arte e Fatuzzo etc.. (per non parlare della prima Repubblica dove Palazzo Vermexio conosceva solo la staffetta di un sindaco ogni sei mesi-un anno, opera democristiana mentre la città era senza programmazione futura) Siracusa rimane ancorata nel fondo delle classifiche.
Un tempo remoto, parliamo di diversi lustri fa, quando la poesia delle feste dicembrine portavano tanta gioia e amore nei cuori dei siracusani, ad iniziare con la messa a dimora delle luminarie prima della festa dell’Immacolata, adesso non rimane che uno sbiadito ricordo.
La città di Santa Lucia era ammirata in tutto il mondo, invidiata e amata per la sua particolare intima nobiltà. L’esperienza religiosa, la città di San Paolo, il discepolo di Gesù Cristo che approdò prima a Siracusa per evangelizzare e dopo a Roma.
Perché dovete sapere che quando Roma nacque, Siracusa già lo era. L’esperienza religiosa che vorrebbe esercitare una complessa azione di stimolo e insieme di arresto sulla riflessione filosofica. Una riflessione lunga a Siracusa tanto che l’Arcidiocesi si sveglia in occasione dell’arrivo del corpo di santa Lucia
Oggi siamo arrivati ad un punto di non ritorno: è necessaria una insurrezione popolare: una «Rivoluzione Culturale» di sconvolgimento politico e sociale, direi è quasi scontato. Cavalchiamo le nostre coscienze e conoscenze contro l’impoverimento del nostro territorio in coincidenza con il grande momento di crisi che stiamo attraversando, è in atto un profondo cambiamento della società, paragonabile a quello che si ebbe a suo tempo con la Rivoluzione industriale. Un cambiamento alla cui base si trovano le nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Quella che di fatto si sta delineando è la futura società della conoscenza.
Un processo che inizia a profondersi nelle nostre zone nelle coscienze di ognuno di noi, che si sta verificando in tempi così rapidi, sub-generazionali, da rendere la gestione del cambiamento stesso estremamente faticosa e complessa per via di una certa grettezza mentale ed una limitazione di vedute in approcci relazionali.
Lo scenario del crollo dell’economia Siracusa è imminente e sarà senza precedenti. Già prima dello scoppio della crisi e della pandemia, il territorio presenta da alcuni anni malesseri, sull’area industriale già debole si è abbattuta l’avvento dei nuovi programmi della transizione energetica, la crisi e della guerra in Ucraina e Israele che porta il Pil in provincia a ridursi. Gli spazi per muoversi autonomamente sui mercati internazionali si riducono al lumicino, per via anche dell’embargo russo.
Devono trascorrere ancora tre anni per vedere fuori gioco l’attuale sindaco flagellatore di Siracusa.
Fra tre anni saremo di fronte a una grande sfida epocale che è al contempo anche di grande opportunità per il nuovo sviluppo di Siracusa: la «Rivoluzione intelligente».
Italia comincia da vicesindaco a metà 2013 per poi diventare sindaco – fra presunte firme false, brogli elettorali e sentenze creative del Cga – nel 2018. Non ci crederete ma nella classifica sulla qualità della vita del 2014 Siracusa è all’83° posto su 107 province. Ma l’influsso di Italia è subito invasivo e così si arriva al 90° posto nel 2015 e addirittura al 98° nel 2016. Insomma Siracusa crolla ed entra a livello continuato nei Novanta su 107 province. Poi il tocco clientelare di Italia ci massacra e così ormai da tempo siamo oltre ai 100 su 107. E negli ultimi due anni Siracusa è stata infatti al 102° posto.
Oggi Ragusa col suo 87° posto ci surclassa, ma in Sicilia migliorano anche Trapani (92), Enna (97, che migliora di tre posizioni rispetto allo scorso anno) e Catania (cinque posti in più dal 2023).
Dietro Siracusa solo Messina al 103, Agrigento 105 e Caltanissetta ultima al 107 posto. Come dire – per essere estremamente chiari – che Italia, Coppa, Granata e soci raccontano solenni trottole ai siracusani. Insomma sono loro, senza se e senza ma, che ci hanno massacrati e continuano a farlo.
Un nuovo «Rinascimento culturale» dove il territorio è a brandelli dove questo sindaco superficiale ha fatto perdere opportunità di investimenti, la preoccupazione diffusa a Siracusa dei progetti persi per essere finanziati per la Rigenerazione urbana nell’ambito del PNRR che erano una partita troppo importante per il territorio, sono stati esclusi per colpa di una Amministrazione miope e inconcludente che è in conflitto con i partiti e con il mondo intero.
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