Volterra, l'anfiteatro romano che non c'era (English Subtitles)

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Cinque anni di scavi archeologici nell'anfiteatro romano di Volterra, l'"anfiteatro che non c'era". Non si poteva scegliere un sito migliore per il primo reportage di ArchaeoReporter, con immagini dal drone e dal cuore dello scavo, una scoperta avvenuta nel 2015 e una sorpresa continua per l'archeologia classica, luogo di gladiatori e combattimenti, ma anche di romanizzazione dell'Etruria. Elena Sorge, direttore scientifico come funzionaria della Soprintendenza archeologica di Pisa e Livorno, ci guida al centro del lavoro, dove indagini archeologiche e restauro procedono di pari passo, svelando mese dopo mese nuovi scenari: nel 2020 è stato il momento della scoperta della galleria e dei sotterranei, ma anche del grande corridoio voltato, di monete e di reperti utili alla datazione, per ora ancora in modo generico riferibile all'età Giulio-Claudia.

La scoperta avvenne per caso, durante i lavori di sistemazione di un botro, ossia di un piccolo corso d'acqua-canale torrentizio che scende dalla collina di Volterra, appena dentro a Porta Diana e poco a valle del Teatro Romano, scavato negli anni cinquanta dello scorso secolo. La Soprintendenza avveva affidato il monitoraggio della zona ad archeologi professionisti, classico esempio di archeologia preventiva. Perchè, bene dirlo, per molti cantieri esiste quello che chiamano "rischio archeologico". Che poi considerare "rischio" la possibilità di conoscere e valorizzare il proprio territorio la dice lunga di come in Italia si sia capito ben poco del potenziale della ricerca, e non solo archeologica. Insomma, il muro che saltò fuori nel luglio 2015 era curvo, una curvatura appena accennata: indizio di qualcosa di non convenzionale, assieme al fatto che la tecnica di costruzione era simile proprio a quella del teatro di età augustea.

La cronaca del ritrovamento di un anfiteatro di cui non si aveva nessuna notizia dalle fonti antiche è da caso di studio, e nessun sospetto aveva destato quel terreno coltivato a ortaggi e alberi da frutto. Certo, l'area è attigua alla necropoli etrusca del Portone ma di qualsiasi traccia che potesse far pensare ad un edificio romano non c'era manco l'ombra. Per non parlare di un edficio che, nel corso delle varie campagne di scavo, ha svelato dimensioni notevoli, 65 metri per 82 per l'asse minore e maggiore. Uno scavo sempre diretto dalla Soprintendenza Archeologia Belle arti e Paesaggio per le province di Pisa e Livorno (SABAP PI) con la collaborazione dell'Istituto di Scienze per il Patrimonio Culturale del CNR. Ora la scommessa si gioca sul futuro, in mano al comune di Volterra, che ha acquisito l'area dello scavo, rendendola pubblica, e sui finanziamenti, a cominciare dalla Fondazione e della Cassa di Risparmio di Volterra, oltre al concorso Art Bonus.


Su www.archaeoreporter.com trovate il reportage completo con gli approfondimenti, le interviste ad Elena Sorge, agli archeologi di Cooperativa Archeologia e naturalmente tutti gli aggiornamenti che arriveranno nel corso delle prossime campagne di scavo e nei lunghi mesi di studio. Su questo canale, inoltre, trovate altre interviste e video sull'anfiteatro di Volterra. Se vi iscrivete resterete sempre vicino all'ultimo colpo di trowel.

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