COLORI AUTUNNALI in VAL D'INFERNO

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13/10/24
da Ornica, lungo la suggestiva e solitaria Val d’Inferno. Un cartello, posto al limitare del paese e marchiato dal segnavia Cai 106, indica l’inizio del percorso e riporta i tempi di percorrenza, che a seconda del passo possono raggiungere anche le 4 ore di cammino.

Il tracciato sale ripido addentrandosi nel bosco e ci porterà, dopo circa mezz’ora di cammino, al limitare della valle. La zona è da sempre conosciuta dai valigiani come Val d’Inferno, o Val Fornasicchio, toponimo legato alle fucine che per anni hanno caratterizzato la vita di questo angolo di Val Brembana.

di Angelo Corna

Il Pizzo dei Tre Signori, con la sua altezza di 2.554 metri, spicca incontrastato nella parte più occidentale delle Alpi Orobie, al confine tra la Val Biandino, la Val Varrone e la Val Gerola. La sua vetta, oggi punto di confine tra Bergamo, Sondrio e Lecco, permette un panorama a 360 gradi su gran parte dell’arco alpino: Ortles e Adamello, i gruppi del Monviso, del Gran Paradiso, del Rosa, del Cervino, dell’Oberland bernese, la Valsassina e le Grigne, fino ad abbracciare con lo sguardo tutta la pianura lombarda, chiusa all’orizzonte dall’Appennino.



La via più breve per raggiungere questa vetta si snoda da Ornica, lungo la suggestiva e solitaria Val d’Inferno. Un cartello, posto al limitare del paese e marchiato dal segnavia Cai 106, indica l’inizio del percorso e riporta i tempi di percorrenza, che a seconda del passo possono raggiungere anche le 4 ore di cammino.

Il tracciato sale ripido addentrandosi nel bosco e ci porterà, dopo circa mezz’ora di cammino, al limitare della valle. La zona è da sempre conosciuta dai valigiani come Val d’Inferno, o Val Fornasicchio, toponimo legato alle fucine che per anni hanno caratterizzato la vita di questo angolo di Val Brembana.


Passo dopo passo, gli alberi si diradano e lasciano posto ai prati. Continuiamo tra i fischi delle marmotte, toccando prima baita la Costa, poi baita Casera e successivamente baita Ciarelli, oggi casere e un tempo antiche fucine divenute negli anni ricovero dei pastori.

Siamo solo a metà del nostro cammino e il sentiero sale ancora senza sconti, continuando con ampie serpentine fino alla suggestiva baita Predoni, conosciuta nelle leggende popolari anche come "Baita del Diavolo". Continuiamo, attraversiamo il torrente e incrociamo il sentiero Cai 101, che dal rifugio Benigni continua in direzione del rifugio Grassi. Lo ignoriamo a continuiamo la salita, portandoci a ridosso della “Sfinge”.


Transitiamo sotto questo suggestivo torrione, riservato agli alpinisti, e continuiamo in falsopiano lungo il vallone detritico che ci porterà, dopo circa tre ore di cammino, alla Bocchetta d'Inferno e allo spettacolare panorama che si apre sulla Valtellina…

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