La giacca | Marco Rovelli e Claudio Lolli

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Tratto da "Portami al confine" di Marco Rovelli (Squilibri 2020).
Video di Chiara Abastanotti.

Testo e musica di Claudio Lolli
Voci: Marco Rovelli e Claudio Lolli
Chitarra: Paolo Capodacqua
Chitarra elettrica: Paolo Monti
Tastiere: Rocco Marchi

Ho conosciuto Claudio nel 2003 per un concerto comune, e l’ho visto per l’ultima volta qualche mese prima che ci lasciasse, quando andai a casa sua per registrare la sua voce nella cover della sua La giacca, che avevo deciso avrebbe chiuso il mio album Portami al confine. Non immaginavo che quella sarebbe stata l’ultima incisione della sua vita.

Portami al confine: l’umano si scopre nelle sue possibilità di vita quando esce da sé. Quando si consegna al suo movimento più proprio, che da sé lo strappa. Che sia l’amore, o un movimento comune.
La giacca, perciò. Canzone mondo, di amore e di mondo. Bisogna andare sempre avanti, anche se noi non siamo in tanti, anzi davvero siam solo in due, le mani mie, le mani tue, devono stare sempre vicine, devono avere gli stessi guanti, e non paura là sul confine di fare l'ultimo passo in avanti.
E ricordo, tanti ricordi. Quel giorno al premio Ciampi con lui, per esempio. Parlammo tanto, bevemmo tanto, lui fece un concerto ebbro di bellezza, troppo. Furono sogni, quel giorno, battute, visioni. E ritorni bruschi sugli spigoli della terra, perché la gravità non ci abbandona mai. Ma anche allora si cerca la gioia negli occhi: questo era Claudio, per quel che ho visto, per quel che ho sentito.

Nel tempo di questo isolamento sto lavorando a un libro su Claudio, iniziando – come faccio quasi sempre per i miei libri – dall’ascolto di tante storie, di tanti testimoni. Sarà un libro non sulla sua vita, ma sulle sue vite: una narrazione di storie, le storie dei mondi che ha traversato, e che lo hanno traversato. Dopo tredici libri, questo sarà il mio primo che ha a che fare con la musica: ma prima di tutto ha a che fare con un incontro, dal quale ne sono germinati altri mille, e ancora mille.

Ho chiesto a Chiara Abastanotti, illustratrice con una sensibilità e una delicatezza straordinaria, di dare corpo e immagini alla canzone. E lei lo ha fatto cogliendone il senso profondo: l’invito alla trasformazione, allo sconfinamento, alla danza.

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