il violinista di Dooney (quando suona la mia lira) - GABRIELE MACRI'

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Il giovane polistrumentista Gabriele Macrì rende omaggio a Branduardi in chiave popolare
Le sonorità della lira nella rivisitazione de “Il violinista di Dooney” prodotta da Calabria Sona
Calabria Sona promuove, valorizza e produce eventi e progetti legati alla musica made in Calabria: artisti, festival e attività che identificano un territorio ma che parlano al futuro… oggi, sta acquisendo sempre maggiore seguito e prestigio, si tratta di un vero e proprio movimento culturale, ormai multi generazionale. Esistono diverse realtà che fanno della nostra terra un grande “contenitore” ricco di fermento creativo. Tanti artisti e tante iniziative che trovano in Calabria un humus eccezionale.

Le note di un vecchio classico di Angelo Branduardi, con la lira al posto del violino, rivisitate all’insegna della tradizione musicale popolare calabrese. E’ l’originale scommessa a cui Gabriele Macrì, giovane polistrumentista originario di San Vito sullo Jonio (Cz), ha dato vita con il brano “Il violinista di Dooney – quando suona la mia lira”, prodotto dall’etichetta Calabria Sona, e che ha incassato anche il placet del celebre cantautore che aveva reso omaggio nel 1986 al poeta irlandese Yeats e alla musica celtica. Il brano è in uscita oggi su tutte le piattaforme digitali, a cui seguirà il videoclip che sarà diffuso in anteprima l’8 aprile su Calabria Sona Tv e il 9 aprile sul canale YouTube dello stesso circuito.

Macrì, sin da bambino, ha calcato i palchi più importanti e, grazie alla sua passione, riesce a suonare qualsiasi strumento tradizionale. Oggi, a 22 anni, arriva l’esordio da solista dopo aver completato gli studi classici in accademia approfondito la tecnica della lira. E’ cresciuto suonando con grandi del calibro di Mimmo Cavallaro e Ciccio Nucera, è stato al fianco anche di Nour Eddine Fatty, noto musicista del Marocco e, dopo qualche anno trascorso a Milano, ha fatto ritorno in Calabria fronteggiando la chiusura forzata del covid con la creatività musicale. “Insieme a Pietro Procopio, al basso e chitarra, e a Maddalena Grosso, voce e chitarra battente – racconta – abbiamo registrato il brano in un giorno. L’idea è stata quella di riarrangiare il brano di Branduardi con gli strumenti tradizionali calabresi e traducendo il testo in dialetto rispettandone il significato originale. E’ una ballata che ben si coniuga con la musica etnica popolare e del Mediterraneo, lo stesso Branduardi ci ha ringraziato, ci ha fatto i complimenti e ci ha detto che condividerà volentieri la canzone sui suoi canali social”.

Questo è il primo tassello di un progetto più ampio ideato insieme a Calabria Sona e al suo CEO, Giuseppe Marasco: “C’è la volontà di lavorare su un più ampio repertorio omaggiando il cantautorato italiano – conclude Macrì – da rileggere in chiave etnica e popolare con le nostre peculiarità e sonorità inconfondibili. Anche se non possiamo ancora suonare dal vivo, non vogliamo stare fermi e le difficoltà del momento non devono essere un pretesto per fermare la passione”.

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