Le "maitinate" di Vallata (AV), Maria Ragazzo e Rocco Cirillo, 1979 - TCM-AAA-19

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“Chi li cantava questi sonetti?
“L’antichi, l’antichità. Quando si sposava una ragazza, dopo, la sera, quando si ritiravano gli sposi, no? che si coricavano, allora quelli che suonavano l’organetto e cantavano, venivano a cantare sotto alle finestre, e gli sposi venivano ad aprire”
“Ma chi erano”.
“Eh, sempre compari, no? amici, parenti, vicini”.
Maria Ragazzo, contadina di Vallata, raccontava queste cose dopo aver cantato, sugli accordi dell’organetto suonato dal marito, Rocco Cirillo. Questi canti, in termini filologici detti lirico-monostrofici, formati da strambotti in versi endecasillabi, sono diffusi in tutto il centro-sud, con motivi musicali e ritmi diversi, e con testi abbastanza condivisi (anche nelle tammorriate si ritrovano gli stessi versi). A Vallata e in tutta l’area dell’alta Irpinia sono chiamati “maitinate”.
Perché si chiamano maitinate? Chiedevamo a Maria e Rocco. Perché si cominciava la sera e si finiva la mattina dopo, rispondevano.
Nelle foto Maria e Rocco posano insieme a tre dei cinque figli, Ernesto, Franco e Alfonso. E a uno dei loro cani sullo sfondo. Moglie e marito erano una coppia famosa a Vallata, di straordinaria bravura e maestria, avevano un carisma espressivo non comune. Io li invitai a cantare all’Università di Salerno durante Campusinfesta per parecchi anni, a partire dal 1995. E prima li avevo accompagnati in USA, nel 1986, nel corso di un viaggio di musicisti popolari italiani, in occasione dei festeggiamenti per il bicentenario della Statua della Libertà. E feci preparare su di loro una tesi di laurea (dal futuro professore Elio Tanga, che me li aveva fatti conoscere). E andai a casa loro più e più volte. Almeno un paio di volte ci andai con Annabella Rossi e Roberto De Simone. L’audio qui riportato si riferisce a quella volta, era il 28 aprile del 1979, in cui un temporale interminabile ci “costrinse” a rimanere rintanati nella loro casa per un pomeriggio intero. E ascoltammo, anzi, di più, assorbimmo quasi tutta la ricchezza del loro repertorio. Quasi. Poiché la capacità di improvvisazione di Maria Ragazzo sovrabbondava più di un pomeriggio di canti e suoni.
Le feste, le vigilie, le serate dopo la vendemmia, la mietitura, all’uccisione del maiale, i fidanzamenti, i matrimoni, altri appuntamenti erano occasioni di suoni e canti. Qualcosa da offrire ai convenuti c’era sempre e anche questi ultimi portavano cose da mangiare. E se non c’era niente, qualcosa sempre usciva fuori.
Il repertorio dei versi cantati era molto vario. Nella stessa performance si passava da strofe d’amore a prese in giro, da riferimenti al lavoro a versi a doppio senso se non proprio osceni. Una straordinaria libertà di richiami e improvvisazioni, basata sul contesto, sui presenti, sull’occasione di musica e canto, era la caratteristica dei cantatori e cantatrici più abili, più riconosciute dalla comunità, come erano Maria Ragazzo e suo marito Rocco Cirillo.
Nota bene: nel frammento in Facebook, il primo verso di ogni quartina è intonato dalla metà in poi, la mia traduzione (con qualche imprecisione e mancanza) comincia dal secondo verso.
Il frammento di Facebook dura 3 minuti
In Youtube dopo il frammento di Facebook, c’è l’intero documento audio, in totale poco più di 12 minuti.

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