Atm, fuga dei tranvieri: 200 dimissioni tra gennaio e giugno di quest'anno

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Duecento dimissioni in appena sei mesi. Atm fa i conti – letteralmente – con la fuga dei tranvieri in città e la situazione ha superato la soglia di guardia. Già nel 2023, l’azienda dei trasporti era stata costretta a rivedere gli orari delle sue corse, allungandone i tempi di attesa e spalmandole su fasce orarie più estese.
La tendenza però fa presagire ulteriori tempi bui, se è vero che trovare i sostituti è più difficile del previsto. Autisti, personale di stazione, ma anche macchinisti, operai, impiegati e tantissime altre figure aziendali. In quasi tutti i settori della società insomma si registrerebbe una perdita importante di personale.
Il primo imputato – stando ai sindacati – è lo stipendio troppo basso a fronte di un carovita galoppante in città. Tanti lasciano per passare al settore privato, spiegano, e non si tratta solo dei giovani, ma anche di chi magari lavora da 20 o 30 anni. Anche perché minor personale, spesso, si traduce in turni e carichi di lavoro straordinario più pesanti.
Per quanto riguarda gli autisti dei mezzi, sono 300 figure ad oggi a mancare all’azienda e lo stesso direttore generale Arrigo Giana ha spiegato in tempi recenti che l’azienda non riesce a coprire il turnover. Insomma, le nuove assunzioni non sono sufficienti a tamponare le uscite per pensionamento o le dimissioni.
Nel 2023 c’è stato un aumento delle corse perse in superficie pari al 3% di bus e filobus e del 2,3% per i tram dovuto alla carenza di personale, ma anche al nubifragio di fine luglio, che ha messo in ginocchio per molti giorni l’intera rete. A guardare invece più in là, negli ultimi dieci anni il TPL milanese ha totalizzato una media annuale che supera i 150 milioni di chilometri per vettura, grazie soprattutto alle metropolitane, che con M4 hanno superato i 78 milioni.
Insomma, sottolineano dal Comune, lo sforzo per potenziare l’offerta del trasporto pubblico c’è, anche a fronte di problemi, come quello della mancanza di autisti che incide sulle corse. “quello che serve, sottolinea l’assessora alla Mobilità, Arianna Censi – è un robusto intervento dello Stato”.
Una prima inevitabile toppa è stata l’apertura di nuove posizioni per assunzione. Tremila i curricula arrivati, 400 le candidature valide per il posto di autista dopo la scrematura, che sono stati avviati alla formazione. 80 di questi sarebbero quasi pronte all’inserimento. La speranza è quella di vedere gli effetti di questi giri di assunzioni nel corso del 2025. Certo, la missione diventa difficile se le dimissioni continueranno al ritmo di 30 dipendenti al mese.

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