SIGNORINELLA (CLAUDIO VILLA - CETRA 1958)

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Bella canzone in lingua composta da autori napoletani (Bovio- Valente), nel repertorio di Carlo Buti, Achille Togliani e, da ultimo, Peppino Gagliardi. Stupenda l'interpretazione di Claudio Villa. Più volte incisa da Villa nel corso della sua carriera. Oggi vi propongo la versione CETRA del 1958. Orchestra diretta dal M° Ovidio Sarra.

SIGNORINELLA
L. Bovio - N. Valente


Signorinella pallida
dolce dirimpettaia del quinto piano,
non v'è una notte che non sogni Napoli
e son vent'anni che ne sto lontano.

Al mio paese nevica,
il campanile della chiesa è bianco,
tutta la legna è diventata cenere,
io ho sempre freddo e sono triste e stanco.

Amore mio, non ti ricordi
che nel dirmi addio
mi mettesti all'occhiello una pansè,
poi mi dicesti con la voce tremula:

"Non ti scordar di me"!

Bei tempi di baldoria,
dolce felicità fatta di niente.
Brindisi coi bicchieri colmi d'acqua
al nostro amore povero e innocente.

Negli occhi tuoi passavano
una speranza, un sogno e una carezza,
avevi un nome che non si dimentica,
un nome lungo e breve: Giovinezza.

Il mio piccino,
in un mio vecchio libro di latino,
ha trovato - indovina - una pansè.
Perchè negli occhi mi tremò una lacrima?

Chissà, chissà perchè!

E gli anni e i giorni passano
eguali e grigi con monotonia,
le nostre foglie più non rinverdiscono,
signorinella, che malinconia!

Tu innamorata e pallida
più non ricami innanzi al tuo telaio,
io qui son diventato il buon Don Cesare,
porto il mantello a ruota e fo il notaio.

Lenta e lontana,
mentre ti penso suona la campana
della piccola chiesa del Gesù,
e nevica, vedessi come nevica:

"Ma tu, dove sei tu".

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