Catechesi sulla Pasqua Ebraica Don Francesco Voltaggio 22-03-2021

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22 marzo 2021 Cammino Neocatecumenale. La Pasqua Ebraica spiegazione di Don Francesco Giosuè Voltaggio rettore del seminario Redemptoris Mater di Galilea del cammino neocatecumenale. Chi è Don Francesco Giosuè Voltaggio? Sono cresciuto a pane e Bibbia. I miei genitori superarono una profonda crisi matrimoniale grazie all’incontro con il Cammino neocatecumenale e da quel momento la Parola di Dio è entrata stabilmente nella nostra vita. Come anche la Terra Santa, dove sono stato per la prima volta a 4 anni, in occasione del 25° anniversario di nozze dei miei genitori». Bibbia e Terra Santa sono i due punti fissi della vita di don Francesco Voltaggio, 46 anni, originario di Roma, che oggi vive a Tiberiade sul Lago di Galilea, dove è rettore del seminario internazionale diocesano (del patriarcato latino di Gerusalemme) Redemptoris Mater.La sua testimonianza è l’evidenza di cosa possa accadere quando ci si lascia interpellare dalla Parola. «In famiglia la domenica mattina vivevamo la liturgia domestica delle Lodi. Dopo aver partecipato alla Messa con la comunità il sabato sera, il giorno dopo i miei genitori ci proponevano «In famiglia leggevamo le Scritture. Da noi bambini venivano le domande più semplici e vere»
un brano biblico di cui parlavamo assieme. Ognuno era libero di dire quello che la Scrittura gli provocava e da noi bambini emergevano sempre le domande più semplici e vere». Don Voltaggio è cresciuto in un contesto cristiano ma, ammette, non pensava di farsi prete. «Da ragazzo mi sono un po’ allontanato dalla Chiesa. Suonavo la chitarra elettrica, ero preso da tante cose e fra i 17 e i 19 anni ho avuto una fidanzata con cui siamo stati molto innamorati. È cambiato tutto nel 1993 a Denver, negli Stati Uniti, dove ero in pellegrinaggio per la Giornata mondiale della gioventù. Nello stesso periodo uno dei miei fratelli stava attraversando un periodo di grande sofferenza psichica, poi superata grazie a un viaggio in Terra Santa. Durante i lunghi trasferimenti in pullman mi si aprirono le orecchie alla voce di Dio. Mi trovai davanti alle domande esistenziali: mi chiesi, ad esempio, se la mia strada fosse quella di sposarmi o meno. Rientrato in Italia lasciai la mia ragazza e decisi di diventare sacerdote e pienamente cristiano. La bontà della scelta mi fu chiara dal momento che subito provai una grande gioia, che ancora oggi non mi abbandona».

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