Roma, ecco perché i pappagalli hanno conquistato la Città Eterna

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Fare una passeggiata nel Giardino degli Aranci, nel pieno centro di Roma, significa avvistare alcuni pappagalli tipici dei Paesi tropicali. Eppure, il parrocchetto dal collare, originario dell’Africa e dell’Asia, e il parrocchetto monaco, nativo del Sud America, popolano la Città Eterna da almeno 30 anni.

Secondo alcuni abitanti dell’Urbe, negli Anni Novanta alcuni volatili sequestrati all’Aeroporto Internazionale di Roma-Fiumicino “Leonardo da Vinci” furono liberati nei parchi, riuscendo a colonizzare il territorio. Un’altra storia racconta, invece, che molti cittadini romani acquistarono decine di parrocchetti dopo il successo di un celebre film sull’amicizia tra una bambina balbuziente e un pennuto. I pappagalli fuggiti dalle gabbie però riuscirono a riprodursi senza sosta.

Ma è davvero questa la verità?

“Di sicuro, nessuna delle due specie è arrivata con le proprie ali“, racconta a Teleambiente Francesca Manzia, Responsabile del Centro Recupero Fauna Selvatica della Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) di Roma. “Una colonizzazione non avviene mai per la fuoriuscita di una coppia di esemplari, anzi, ce ne vogliono tantissimi. Qualcuno non riesce a capire subito cosa deve mangiare o quali sono i pericoli, dunque, soccombe, mentre qualche altro più scaltro riesce ad adattarsi al nuovo ambiente, così da colonizzarlo“.

Nel nostro Speciale, vi sveliamo la vera storia dei pappagalli di Roma, quali sono i quartieri preferiti del parrocchetto dal collare e del parrocchetto monaco, e come comportarci se troviamo gli uccelli verdi feriti.

Servizio di Fausto Piu

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