L'ultima Cena di Leonardo da Vinci | Analisi dell'opera

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L’Ultima cena è una delle opere più conosciute non solo di Leonardo da Vinci ma dell’intera pittura.
A questo dipinto è stato dedicato un eccezionale numero di scritti e studi perché l’opera non solo affascina per il suo valore storico, rappresentando uno degli esiti più alti della ricerca di Leonardo sulla figura, ma anche per i tanti significati più o meno fantasiosi che gli sono stati attribuiti.

Leonardo decide di rappresentare l’ultima cena non nel momento dell’istituzione dell’eucarestia ma nel momento in cui Gesù rivela che uno dei discepoli lo tradirà.

Tutti i presenti sono schierati dalla stessa parte del tavolo, anche questa una scelta particolare dal momento che spesso nell’iconografia dell’ultima cena, Giuda viene isolato dal resto dei discepoli e siede dalla parte opposta della tavola. Leonardo invece, proprio nel momento in cui Gesù dichiara la presenza di un traditore, vuole che Giuda sia posto sulla stessa linea degli altri. E’ possibile che tale scelta sia collegata all’importanza data dai domenicani al libero arbitrio. Giuda quindi, nel momento fissato dal dipinto, avrebbe ancora lo spazio per ricredersi.

Al centro troviamo Cristo. Il celebre intervento di restauro effettuato da Pinin Brambilla e conclusosi dopo oltre 20 anni nel 1999 , ha rivelato anche il punto preciso, in corrispondenza della tempia sinistra di Gesù, nel quale era conficcato il chiodo dal quale partivano tutte le linee prospettiche.

Gesù è al centro e domina la scena con le braccia aperte sul tavolo, la mano destra col palmo rivolto verso l’alto e quella sinistra col palmo rivolto verso il basso. Il profilo triangolare di Gesù viene isolato dalla luce che penetra dalla finestra alle sue spalle. Notiamo anche come la sua figura non abbia contatti con gli altri apostoli.

Gli apostoli sono posti a gruppi di tre, due gruppi a destra e due a sinistra.

Il primo gruppo che incontriamo a sinistra è quello formato da Bartolomeo, Giacomo Maggiore e Andrea

Bartolomeo è uno degli apostoli che reagisce con più energia alle parole di Cristo, si alza, tiene le due mani saldamente sul tavolo e si proietta con il busto in avanti. Giacomo Maggiore cerca invece contatto e conforto. Mette la mano destra sulla spalla di Andrea e con la mano sinistra sembra richiamare l’attenzione di Pietro che è il primo discepolo del gruppo successivo. Andrea dal canto suo assume una delle pose più eloquenti; alza le due mani e sembra dire “io non sono stato”.

Il gruppo successivo è quello formato da Pietro, Giuda e Giovanni.

Pietro, fratello di Andrea, si sporge dietro le spalle di Giuda e sussurra a Giovanni di chiedere a Cristo, chi sia il traditore .

Pietro tiene con la mano destra un coltello: lo serra con una contorsione un po’ anomala del braccio destro che ha alimentato interpretazioni talvolta fantasiose. Ritengo che il coltello possa alludere ad un episodio evangelico di poco successivo all’ultima cena. Pietro infatti ferirà con un’arma da taglio Malco, il servo del sommo Sacerdote Caifa mentre si appresta con altri uomini ad arrestare Cristo.

Giovanni, il più giovane ed imberbe dei dodici, va incontro a Pietro con sguardo assorto e malinconico. Giuda da parte sua sembra ritrarsi da Cristo. Notiamo come nel pugno della mano destra tenga stretto il sacchetto con i trenta denari. Trovo interessante la posizione della mano sinistra di Giuda, aperta in posizione di artiglio, che è quasi speculare a quella sinistra di Cristo. Tra queste due, Giovanni tiene invece le mani pacatamente conserte.

Cristo al centro, con la sua sagoma triangolare in controluce rispetto alla grande finestra che si apre dietro di lui, sembra assorto e distaccato da tutti.

Alla sua sinistra troviamo il gruppo formato da Giacomo Maggiore, Tommaso e Filippo. Giacomo allarga le braccia platealmente in segno di sconcerto, non sembra credere alle parole del suo Maestro, Tommaso si allunga dietro di lui verso Cristo alza un dito al cielo e sembra chiedere “dimmi una sola cosa, chi è stato”. Filippo si è invece alzato, ha il volto pieno di sgomento e rivolge le mani verso di sé; sembra quasi dire “non penserai che sia stato io?”

L’ultimo gruppo a destra è composto da Matteo, Giuda Taddeo e Simone. I tre stanno conversando, si stanno confrontando sul significato delle parole appena udite. Matteo rivolto agli altri due, tende le mani verso Cristo. Le due mani di Giuda Taddeo si contorcono e sembrano riflettere il suo stato di confusione e incredulità. Da parte sua Simone, sembra rimarcare al proprio vicino come sia stato proprio Cristo a pronunciare quelle parole.

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