GITA CUNEO, LA PERLA DELLA “PROVINCIA GRANDA” 4

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Domenica 27 settembre 2020 abbiamo deciso di visitare la città di Cuneo, dove non andavo da circa cinquant’anni.

Così con Giusy, inforcata la nostra Panda a gas, ci siamo avviati verso la “provincia granda”, entrando in autostrada a Novi Ligure, cogliendo anche l’occasione di inaugurare il nostro nuovo Telepass appena comprato presso il nostro Ufficio postale di fiducia.

È stata una bella emozione entrare in Autostrada prendendola dalla corsia preferenziale dei Telepass e superare il casello vedendo alzarsi la sbarra, quasi come un segno di rispettoso saluto, senza doversi fermare a prendere il “biglietto”!

Pensavamo che per arrivare a Cuneo sarebbe bastato solo un cambio di Autostrada e invece abbiamo fatto una “indigestione” di Telepass perché non so quanti caselli abbiamo dovuto superare per poi giungere in vista di Cuneo, facendo l’ultimo pezzo su strada normale.

Lungo la strada, soprattutto tra Alba e Cuneo, abbiamo visto molte attività produttive di pregio, ma ci siamo resi conto che Cuneo comunque è molto isolata dal resto del Piemonte per lo meno nel suo senso trasversale est - ovest.

Arrivati a Cuneo, passando sul monumentale ponte “dei suicidi”, il viadotto Soleri a due livelli, ferrovia sotto e piano stradale sopra, che scavalca lo Stura, abbiamo subito parcheggiato nei pressi della stazione ferroviaria inaugurata nel 1937che, quasi solitaria, svetta imponente di fronte ad una piazza con al centro la grandiosa fontana.

Ma l’imponenza della stazione si scontra con una realtà che ai tempi di quando venivo qui per lavoro, cinquant’anni fa, non avevo mai visto: nei dintorni infatti staziona una moltitudine di disperati che, come mi ha spiegato gente del posto, attende il momento opportuno per passare in Francia attraverso le Alpi Marittime.

Lasciata alle spalle la stazione siamo andati verso il centro città e ci siamo goduti una bella passeggiata sotto ampi portici in muratura con basse volte a crociera.

Abbiamo visto il Municipio imbandierato. Siamo passati davanti al Palazzo del Governo, la Prefettura, e abbiamo visto la bella sede del Vescovado.

E poi siamo sfociati in una piazza che a chiamarla grande è dir poco (24 mila metri quadrati) e noi ci siamo sentiti piccoli, piccoli anche perché sopra di noi svettava imponente la statua dedicata a Giuseppe Barbaroux, insigne giureconsulto che collaborò, su incarico di Carlo Alberto, alla revisione dei codici e alla stesura dello Statuto albertino, improntandolo alla civile uguaglianza ereditata dalla Rivoluzione francese. Pensavamo perciò che questa piazza fosse intitolata aBarbaroux, invece è dedicata a Tancredi (Duccio) Galimberti, eroe delle Resistenza.

Ma l’omaggio a questo illustre giureconsulto è comunque onorato al massimo perché sulla piazza, proprio davanti alla sua statua, si affaccia il Palazzo di Giustizia.

Belli i negozi, curate le vetrine e soprattutto ben conservate le vecchie insegne dei negozi storici che spiccano sulle curatissime e decorate facciate.

E in una città che si rispetti non poteva certo mancare il suo giornale e così abbiamo visto la sede del periodico “La Guida”, nonché il panorama delle associazioni di volontariato e il civico teatro Toselli.

Grandiose, nel centro storico, la Cattedrale di Santa Maria del Bosco e San Michele e la chiesa di Sant’Ambrogio dove barocco e neo classicismo si intrecciano senza nessun conflitto, rendendo ancor più maestosa questa città.

Ma ormai l’ora era diventata tarda e, dopo ave scambiato due parole con un signore che, fermo come una statua, leggeva un libro comodamente seduto su una panchina, ci siamo avviati sulla strada del ritorno.

I tempi stretti non ci hanno permesso di rientrare passando da Savona e da Voltri per poi risalire dal Passo del Turchino, attraversare la Valle dell’Orba e finalmente arrivare nel città di Coppi in Valle Scrivia, e così abbiamo ripetuto a ritroso la strada dell’andata.

Gianni & Giusy

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