Davvero chi non crede è condannato?

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Non sempre le parole dei vangeli significano immediatamente quello che significano per noi oggi, al primo ascolto. Per esempio: "chi non crede è già stato condannato" suona per noi come un'invettiva terribile. In realtà per l'evangelista Giovanni "non credere" non si riferisce al "non essere cristiano" o al "non credere in Dio" in senso generico, ma all'essere in malafede e, soprattutto, nel contesto del racconto del Vangelo, all'atteggiamento di chi vuole eliminare Gesù per un proprio tornaconto personale. Il motivo profondo della condanna di chi è in malafede è nel giudizio che l'uomo è costretto a dare sulle proprie azioni dopo aver incontrato Gesù, senza dover aspettare quello di Dio. Gesù getta su ogni uomo una luce che lo costringe a fare i conti con se stesso e con le proprie scelte. Perciò, possiamo dire, non solo ci ama, ma "ci sgama".

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