Periodico olivo 5 luglio 2024

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Periodico n 27 del 5 luglio 2024
Fase fenologica: primo accrescimento dell’oliva.
Cascola olive
Il dott. Luca Peruzzetto ha rilevato che in alcuni oliveti si presenta una cascola anomala di olive verdi che, alla vista, si presentano sane. Al solo tocco queste olive cadono senza resistenza e, una volta sezionate, rivelano una consistenza spugnosa, con grumi compatti distanziati.
Questa granulosità interessa inizialmente il mesocarpo, per poi estendersi all'endocarpo.
In alcune olive, i tessuti endocarpici, formati in seguito alla fecondazione, sono evidenti, rendendo difficile attribuire la cascola a una mancata impollinazione.
Può l'eccesso di pioggia causare stress idrico alla pianta, alterando il normale metabolismo e la distribuzione dei nutrienti, da portare a una struttura interna anomala dei frutti?

Considerazioni
Il mesocarpo, lo strato carnoso del frutto, è il primo a mostrare segni di peggioramento con una consistenza spugnosa e granulare.
Questo effetto sembra dovuto a un'alterazione del turgore cellulare.
L'endocarpo, che non ha ancora consistenza legnosa, è coinvolto nel processo di degradazione.
L'eccesso di pioggia potrebbe aver causato un accumulo anomalo di acqua nei tessuti dell’oliva, alterandone la consistenza e portandola alla cascola.
Situazione fitosanitaria
Tignola dell’olivo (Prays oleae): si sta esaurendo la generazione carpofaga, che attacca le piccole olive.
Mosca delle olive (Bactrocera oleae): nelle trappole di monitoraggio, si osserva un aumento significativo delle catture d'adulti di Mosca delle olive. Per chi intende adottare strategie repellenti e antideponenti utilizzando polveri di roccia, è prossimo il momento ideale per il loro impiego, compatibilmente con le condizioni climatiche.
Le olive, infatti, stanno raggiungendo o hanno già allo stadio di sviluppo in cui sono in grado di attrarre le mosche femmine, pronte per l'ovideposizione.
L’uso di polveri di roccia, come il caolino, la bentonite, la zeolite, la calce agricola, è particolarmente indicato anche per superfici di piccole dimensioni. Questi prodotti agiscono creando una barriera fisica che impedisce alle mosche di deporre le uova sui frutti.
La polvere di roccia ricopre la superficie delle olive, rendendole meno attraenti per le mosche e ostacolando fisicamente l'ovideposizione.
È fondamentale applicare il prodotto in modo uniforme su tutta la vegetazione, assicurandosi di coprire bene ogni parte della pianta, prima che la mosca inizi a deporre le uova.
Questo intervento deve essere eseguito in un momento in cui le condizioni meteorologiche favoriscono la sua applicazione e l'efficacia.
Per chi preferisce utilizzare le trappole per la cattura massale, è ancora possibile procedere con la loro installazione.
Le trappole attrattive, come quelle a base di feromoni o di attrattivi alimentari, sono progettate per ridurre la popolazione di mosche catturando sia i maschi sia le femmine.
Disporre le trappole in maniera strategica all’interno dell’oliveto può contribuire a ridurre significativamente l'infestazione, interrompendo il ciclo di riproduzione del parassita.
È importante tenere conto delle condizioni climatiche attuali e previste, poiché può influenzare sia l’efficacia dei trattamenti con polveri di roccia sia il funzionamento delle trappole. Periodi di pioggia intensa o prolungata possono lavare via le polveri, riducendo la loro efficacia, mentre temperature estreme possono alterare il comportamento delle mosche e l’efficacia degli attrattivi nelle trappole.
Cimice asiatica (Halyomorpha halys): negli oliveti controllati vi è la presenza di adulti, uova e neanidi. Se rilevati tra le piante e non è stata ancora eseguita un’azione a contrasto, è possibile intervenire avvalendosi della Deltametrina, per un solo trattamento l’anno, che limita pure la popolazione di Mosca dell’olivo.
Cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae): dove sono stati eseguiti interventi fitosanitari, la presenza di neanidi è diminuita. Dove non sono state prese misure, è ancora possibile intervenire con olio minerale, insetticida biologico di copertura, o saponi molli potassici che agiscono pure sciogliendo i residui organici che le cocciniglie rilasciano sulle piante, come la melata, diminuendo così l’espansione delle fumaggini.
Oziorrinco (Otiorrhynchus cribricollis): ancora presenze del coleottero in più oliveti, la difesa va attuata collocando sul tronco fasce di lana resinata, così da impedire la risalita dell'insetto sulla chioma.
Occhio di pavone (Spilocaea oleagina): negli impianti con accertate infezioni, utilizzare prodotti rameici in forma di ossicloruro o idrossido o pyraclostrobin.

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