Come un elefante in una cristalleria - don Paolo Quattrone

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Commento di don Paolo Quattrone - sacerdote della diocesi di Aosta, parroco di Hône e Bard.
Lunedì 30 settembre

Buon lunedì! Oggi la Chiesa ci fa ricordare la figura di san Girolamo, celebre per essere stato incaricato da papa Damaso di tradurre tutta la Bibbia in latino dando origine alla cosiddetta Vulgata. Era un uomo dal carattere forte, impetuoso e irruente, provocò consensi e dissensi con i suoi interventi accesi che avevano soprattutto lo scopo di debellare vizi e ipocrisie. Nel 384 alla morte del Papa di cui fu anche segretario partì per Betlemme fondando un monastero e dedicandosi alla traduzione di testi sacri e a comporre scritti sulla vita monastica che sono un vero tesoro per la cristianità. Veniamo alle letture di oggi, in particolare al Vangelo. Giusto ieri sottolineavo il fatto che Dio non possiamo incasellarlo, metterlo sottovuoto e dal brano odierno traspare tutta la differenza che c’è tra Gesù e gli apostoli, tra il modo di pensare e di procedere di Dio e quello dell’uomo. Siamo sintonizzati su frequenze diverse, Dio pensa in un certo modo e noi in tutt’altro. Il testo è composto da due passaggi, il primo: In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: “Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande”. Dio ha una certa idea di grandezza e noi ne abbiamo un’altra. I bambini in quel tempo non contavano nulla, Gesù prende un bambino e dice che chi accoglie un bambino accoglie Dio. Gesù ci insegna che la grandezza sta nelle piccole cose, che Lui si nasconde nelle piccole cose, spesso in quelle che sottovalutiamo o peggio disprezziamo. Spesso misuriamo l’importanza delle cose, delle persone, delle situazioni in base a calcoli umani, pensando che vale solo ciò che vale agli occhi del mondo, che contano solo i gesti eclatanti, le grandi imprese, i grandi numeri, le persone di un certo livello e invece Gesù prende un bambino, qualcuno ritenuto insignificante in quel tempo per dirci che spesso le cose preziose sono proprio quelle che trascuriamo o sottovalutiamo. Noi siamo sempre lì a cercare notorietà, i primi posti e Gesù ci dice che la grandezza passa per altri registri. I discepoli discutono su chi tra loro fosse il più grande, chissà quale sarà stato il criterio che avevano assunto per misurare la grandezza. La grandezza non consiste nel sovrastare, nell’ingigantirci ma nel farci piccoli, è questo che insegna Gesù È l’esempio dell’elefante nella cristalleria che rischia di distruggere tutto perché è troppo grande. Se il nostro io si ingigantisce diventa come un gigante che rischia di distruggere tutto ciò che trova attorno a sé, distrugge tutto e tutti. Dio stesso per venire in mezzo a noi si è fatto uomo per non schiacciarci, si è fatto piccolo per starci accanto e non per sovrastarci. Il secondo passaggio del brano è il seguente: Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». È esattamente quanto dicevo ieri, il rischio di delimitare l’agire di Dio mettendogli dei paletti. Vi cito una frase di san Girolamo: “Ho un pessimo maestro in me stesso”. Se diamo soltanto retta al nostro io ci sfracelliamo, creiamo danni. Se diamo soltanto retta al nostro io rischiamo di fare danni a noi stessi e agli altri, finisco per pensare che la vita è una gara a chi prevale sull’altro e per pensare che non vi è nulla di buono al di fuori di ciò che penso io o del gruppo del quale faccio parte. Se l’io diventa un gigante non c’è più spazio per nessuno, non sappiamo accogliere l’altro ma lo vediamo solo come un rivale, non sappiamo accogliere ciò che è diverso da noi perché chiusi nelle nostre convinzioni. Ricordiamocelo: se il nostro io si ingigantisce diventa come un elefante in una cristalleria distruggendo tutto e tutti. Buon inizio di settimana a tutti!

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