Campane di Ravenna - Duomo

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Il duomo di Ravenna, ufficialmente nominato "Cattedrale metropolitana della Risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo", è il principale luogo di culto cattolico della città, sede vescovile dell'arcidiocesi di Ravenna-Cervia.
L'edificio attuale è il frutto di un intervento radicale avvenuto nel XVIII secolo, consistente nella demolizione dell'antica cattedrale (basilica Ursiana) e nella costruzione di una nuova, in stile Barocco.

Alla sinistra della cattedrale, leggermente arretrata rispetto alla facciata e addossata alla navata laterale di sinistra, si eleva la torre campanaria, caratterizzata dalla forma cilindrica della sua struttura, la cui sommità raggiunge i 35 metri. Nella torre si aprono quattro livelli principali di finestre: quello inferiore è costituito da sette monofore; il secondo, invece, da bifore e vani murati; il terzo da sei trifore poggianti su colonnine; il quarto, corrispondente alla cella campanaria, venne ricostruito dopo un incendio nel 1658 e dà sull'esterno con sei trifore, delle quali il vano centrale è più ampio rispetto ai due laterali.

All'interno della cella, montato ancora sul castello originario ligneo, si trova un "doppio" di 4 campane. Quest'ultimo, dal punto di vista storico, è molto interessante in quanto ognuna delle campane che lo compone è opera di artista differente, ciascuno dei quali fu membro di importanti dinastie di fonditori che si sono susseguite nel centro Italia dal XVII al XIX secolo.
La campana maggiore venne fusa nel 1807 da Marco Antonio Baldini, progenitore della dinastia che sarebbe stata attiva per tutto il XIX secolo in Romagna, Marche ed Umbria; ad oggi rimane la più antica campana Baldini che abbiamo censito.
La seconda maggiore risale al 1658, opera di Giacinto Landi; la famiglia Landi (o Lando, più tardi) fu attiva dalla seconda metà del XVII secolo ad Imola e poi a Cesena (prima metà del '700).
La terza campana venne fusa nel 1769 da Giulio Scaramelli, originario proprio della città di Ravenna. Indubbiamente meno noto rispetto agli altri fonditori già descritti, ha realizzato campane e altri oggetti bronzei in territorio romagnolo nella seconda metà del XVIII secolo.
La minore è opera di Angelo Balestra di Longiano, datata 1825. Anche in questo caso si tratta di un fonditore ben noto nella regione, fino alla provincia di Ferrara; ha realizzato molte campane, anche di notevoli dimensioni, nel corso del XIX secolo. Ad oggi questa rimane la più antica campana dei Balestra che abbiamo censito.

Purtroppo dal 1914 le campane sono state bloccate: non possono più suonare in movimento a causa dell'instabilità della torre.
Vennero in seguito dotate di elettro-battenti che ne permettono quotidianamente il suono da ferme.

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