Sa Ratantira Casteddaia ~ Il Carnevale Tradizionale di Cagliari ~ 11 Febbraio 2024 | Sardegna

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ll Carnevale di Cagliari, chiamato in lingua sarda Carrasciali Casteddaju o Casteddaiu, è la più grande manifestazione folkloristica carnevalesca della città, riorganizzata soprattutto nel secondo dopoguerra a partire dal 1946.

Oltre alla Ratantira con la sua celebre filastrocca “cambara, cambara, cambara e maccioni! pisciurrè! sparedda e mummungioni!!!” è caratterizzata da diverse maschere tipiche, divertiamoci a identificarne alcune come sa dida (la balia), sa viuda (la vedova), su piscadori (il pescatore), sa panetera (la panettiera), su paliatzu (il pagliaccio), su caddemini (il mendicante), e la maschera di Carmen Miranda, introdotta nel anni 80 e che imitava le dive del cinema e dello spettacolo degli anni 50.

Buona visione!

Introduzione a cura di Roberto Bodano.

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Sa Ratantira

Il simbolo più importante del carnevale cagliaritano è sa Ratantira, inventata proprio dagli stessi D'Angelo e Schirra.
Essa è una marcetta suonata con percussioni con una metrica abbastanza breve e ripetuta incessantemente.
Vengono utilizzati infatti tamburi, piatti e grancasse e si genera un suono che ha dato il nome alla canzone, che è infatti non altro che un nome onomatopeico.

Durante la sua esecuzione, sia le maschere sia gli spettatori cantano filastrocche e motivetti, il più famoso dei quali è in lingua sarda e recita "Cambara, cambara, cambara e macioni/ pisci urrè, sparedda e mumungioni", che in lingua italiana vuol dire ("gamberi, gamberi, gamberi e ghiozzi, donzelle, sparlotte e mormore"), a dimostrare il legame tra la città e il mare.
Un'altra è "Donamì una cicca, Donamì-ndi un'atra,custa no mi bastat, arren-gen-gen" (in lingua italiana "Dammi una chewing-gum, dammene un'altra, questa non mi basta, arren-gen-gen")



Le maschere

Nei primi carnevali cagliaritani le maschere erano quelle tipiche della vita cittadina, come sa dida (la balia), su macu (il pazzo), su tiaulu (il diavolo), sa viuda (la vedova), s'arregateri (il rigattiere), su moru (il moro), sa gatu (il gatto), su piscadori (il pescatore), sa panetera (la panettiera), su paliatzu (il pagliaccio), su caddemini (il mendicante), su dotori (il dottore), su sabateri (il ciabattino) e su piciocu de crobi (il garzone).
Altra figura importante è su bandidori (il banditore), che va in giro per i quartieri storici della città ad annunciare in lingua sarda l'inizio delle celebrazioni del Carnevale, ovviamente accompagnato da sa Ratantira.

Negli anni ottanta vennero introdotte altre maschere come Carmen Miranda e uomini baffuti e pelosi che scimmiottano le ballerine brasiliane del carnevale di Rio, oppure che imitavano le dive del cinema e dello spettacolo.

La figura principale del carnevale è comunque Cancioffali, un re fantoccio, che viene portato in corteo per tutta la sfilata e poi bruciato in un falò nel giorno di martedì grasso, a sancire la fine del carnevale e inizio della Quaresima.



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