Umberto Eco 一 Memoria e dimenticanza (2011)

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15 aprile 2011 - Conferenza all'Accademia Nazionale dei Lincei.
La domanda che Umberto Eco si pone è la seguente: sull’informazione che, quotidianamente, ci perviene e sommerge, e che, ormai, sfugge a ogni tipo di controllo preventivo, intervengono oggettive difficoltà di comprensione, oppure subentra una ridotta intelligibilità a causa di un forte rumore o disturbo di fondo dovuta alla massa informativa?
Eco ritiene che vi siano due tipi di censura, nel senso di inibizioni determinate dalla comunicazione informativa. La prima censura agisce per sottrazione, si basa sulla semplice detrazione dell’informazione, privata di alcuni elementi parziali o essenziali, tali da alterarne il contenuto. La seconda forma di censura agisce per moltiplicazione e si attua nella comunicazione informativa poco intellegibile, perché disturbata da fatti e notizie che ne confondono il contenuto, creando un rumore di fondo che ne maschera i significati. Eco, quale semiologo di fama internazionale, non poteva non inoltrarsi, a questo punto, in considerazioni tecniche sulla struttura della informazione e relative elaborazioni che determinano i messaggi e i canali di comunicazione. Nella società contemporanea l’abbinamento tra canali e messaggi sta generando un volume esponenziale di informazioni, a scapito di una reale utilità delle stesse. Nessuno specialista è oggi in grado di leggere e studiare quanto viene pubblicato sull’argomento di sua competenza.
Diventa pertanto indispensabile applicare nuovi strumenti e tecniche di selezione e decimazione delle informazioni. La conservazione e memorizzazione del tumultuoso sviluppo delle informazione è pura fantasia. L’abbondanza dell’informazione ci allontana dal modello utopico della cultura come conservazione e ci pone di fronte al problema, ben più drammatico, della cultura come dimenticanza. L’entropia informativa genera necessariamente oblio, smemoratezza. E’ giusto porsi il problema di cosa, in buona sostanza, privilegiare tra una tendenza a conservare e una a dimenticare? Sicuramente si. La cultura contemporanea ce lo impone. La censura interviene, quindi, come strumento indiretto di selezione e filtro, determinato dall’eccesso di informazione. Internet, nel bene e nel male, contribuisce a tale processo, mettendo a disposizione dell’internauta decine di migliaia di siti ma obbligandolo, altresì, a scegliere quelli con l’informazione più attendibile.

Umberto Eco (Alessandria,1932 - Milano, 2016) è stato uno degli intellettuali più importanti della storia della cultura italiana: semiologo, filosofo, medievalista, massmediologo, scrittore, traduttore e docente universitario, durante la sua lunga carriera ha co-diretto la casa editrice Bompiani (dal 1959 al 1975), contribuito alla formazione del Gruppo 63, storica neoavanguardia letteraria, e fondato nuovi pionieristici corsi di laurea (il DAMS e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna). Nel 1980 ha pubblicato il bestseller mondiale "Il nome della rosa", vincitore di innumerevoli riconoscimenti tra cui il Premio Strega nell’anno successivo, tradotto in 47 lingue e venduto in 30 milioni di copie. Nel 1988 ha fondato il Dipartimento della Comunicazione dell’Università di San Marino. Dal 2008 è stato professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici dell’Università di Bologna. Dal 2010 è stato socio dell’Accademia dei Lincei, per la classe di Scienze Morali, Storiche e Filosofiche. Ha ideato e diretto il progetto di Encyclomedia. Tra gli altri romanzi di grande successo di Eco: "Il pendolo di Foucault" (1988), "L’isola del giorno prima" (1994), "Baudolino" (2000), "La misteriosa fiamma della regina Loana" (2004) e "Il cimitero di Praga" (2010). Molte le opere di saggistica, tra cui: "Opera aperta" (1962), "Diario minimo" (1963), "Trattato di semiotica generale" (1975), "Lector in fabula" (1979), "I limiti dell’interpretazione" (1990), "Sei passeggiate nei boschi narrativi" (1994), "Kant e l’ornitorinco" (1997), "Dall’albero al labirinto" (2007). Ha pubblicato alcuni volumi illustrati: "Storia della Bellezza" (2004), "Storia della Bruttezza" (2007), "Vertigine della lista" (2009) e "Storia delle terre e dei luoghi leggendari" (2013).

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