Antonino Monteleone, giornalista e inviato del programma televisivo “Le Iene”, nato a Reggio Calabria, negli anni ha affrontato con coraggio temi controversi, denunciando ingiustizie e portando alla luce storie spesso nascoste. Comincia parlando della sua carriera giornalistica, dedicata per la maggior parte alla cronaca nera, oltre che del peso che quest’ultima ha per l’opinione pubblica e della necessità di riformarne la narrazione, poiché la cronaca nera in Italia, a sua detta, parla poco del fatto accaduto e molto, invece, delle qualità morali. Prosegue affermando di non essere un fanatico della cronaca nera, ma di apprezzare quelle storie che ci fanno comprendere quanto spesso e quanto facile sia che il sistema giudiziario possa compiere degli errori. Per comprendere quanto importante sia difendere questa idea, il ruolo del giornalismo è fondamentale. Egli definisce il giornalismo come una forma di potere, il quale viene esercitato dal pubblico attraverso coloro che decidono di mediare tra il fatto accaduto e il popolo che vuole essere informato su tale fatto. Negli ultimi trent’anni nelle democrazie occidentali, il giornalismo si è rivelato una forma di controllo dell’esercizio dei due poteri principali: quello legislativo e quello esecutivo. Quando però si tratta di fare da controllore a un altro potere, quello giudiziario, spesso il giornalismo “sonnecchia”. Se il giornalismo non svolge lo stesso ruolo, con lo stesso spirito critico, anche nei confronti dell’esercizio del potere giudiziario, Monteleone crede che si tratti di una democrazia “menomata” in uno dei suoi aspetti fondamentali, ossia l’amministrazione della giustizia. Nel mestiere del giornalista, ciò sta a significare “esercitare due muscoli”, per usare una metafora, per cui un muscolo è la curiosità, che va sempre esercitato, mentre il secondo muscolo è lo stupore. Successivamente, ricorda un episodio accaduto proprio nella città di Vibo Valentia, di giornalismo investigativo. Menziona il dott. Giuseppe Braghò, il quale decise di scavare a fondo al ritrovamento dei Bronzi di Riace e di ricercare i documenti ufficiali del ritrovamento, per poi scoprire che le cose non sono andate come venivano raccontate. Mettere in discussione ciò che è stato accertato dall’autorità giudiziaria è rischioso, a detta di Antonino Monteleone, forse a causa dell’influenza della religione cattolica nella nostra cultura, e quindi dalla nostra tendenza di considerare poco probabile che un’autorità si possa sbagliare. Il coraggio delle idee per Monteleone è il diritto di poter dubitare delle decisioni delle autorità, poiché la giustizia è in mano degli uomini, esseri imperfetti e capaci di errare. A volte, però, il giornalismo può essere un’arma a doppio taglio e rappresentare un mezzo di controllo sia per il popolo nei confronti del potere, ma anche del potere nei confronti del popolo, soprattutto in Italia. Antonino Monteleone è una figura rinomata nel campo del giornalismo in Italia. Con la sua personalità carismatica e la passione per la verità, Antonino è diventato un volto familiare nei programmi televisivi di inchiesta più seguiti nel paese. This talk was given at a TEDx event using the TED conference format but independently organized by a local community. Learn more at https://www.ted.com/tedx
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