SANTA LUCIA (T.Cottrau) - LUCIO LUPOLI, tenore

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Teodoro Cottrau, "SANTA LUCIA" ("Lo varcajuolo de Santa Lucia")
LUCIO LUPOLI, tenore
(Home Studio Recording, giugno 2024)
Teodoro Cottrau (Napoli, 1827 – Napoli, 1879) compose la musica della canzone “Santa Lucia”, il cui testo inizialmente era stato scritto in napoletano dal barone Michele Zezza con il titolo “LO VARCAJUOLO DE SANTA LUCIA”. Successivamente a questa versione, pubblicata nel 1849, il poeta e giornalista Enrico Cossovich (1822 – 1911) scrisse, in accordo con Cottrau, un altro testo in lingua italiana, con cui il brano riscosse un successo mondiale (il fatto creò peraltro una disputa fra i due autori del testo). I versi della canzone celebrano il pittoresco aspetto del quartiere marinaro di Santa Lucia, sul golfo di Napoli, cantato da un barcaiolo che invita a fare un giro sulla sua barca, per meglio godere il fresco della sera. La canzone conobbe un trionfo che la proiettò fuori della penisola e che ancora oggi la conserva in tutti i repertori di musica italiana interpretati in tutto il mondo dai migliori cantanti, sia lirici che leggeri. Fra le versioni maggiormente diffuse c’è di sicuro quella registrata agli inizi del XX secolo da Enrico Caruso. Nei paesi scandinavi, particolarmente in Svezia, “Santa Lucia” è famosissima: con testo rielaborato, viene intonata durante la festa di santa Lucia, che nell'emisfero nord, prima della Riforma del Calendario, cadeva nel periodo di massimo buio dell'anno, preannunciando l’avvento della luce. Il capostipite della “famiglia d’arte” dei Cottrau era stato Giuseppe, mandato a Napoli personalmente da Napoleone nel 1806 per fare da consigliere ai re Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat. La storia proseguì con il figlio Guglielmo, giunto dodicenne a Napoli e che in seguito, affascinato dai luoghi e dalle sue tradizioni, raccolse un numero infinito di canzoni, attribuendosene per molte di esse, spudoratamente, la paternità. Amico di uomini altolocati e di musicisti illustri, Guglielmo Cottrau, grande “arrangiatore” della canzone napoletana, morì nel 1847, lasciando al figlio ventenne Teodoro l’onere di continuare l’attività e la tradizione a cui egli stesso si era dedicato con tanta passione per l’intera vita. Dopo aver studiato pianoforte, il giovane si laureò in legge e, alla morte del padre, assunse la direzione della casa musicale di famiglia. In qualità di editore lavorò intensamente, sia curando la stampa del periodico “L’eco del Vesuvio”, sia componendo lui stesso canzoni. Il barone Michele Zezza (Napoli, 1780 - Napoli, 1867), poeta e scrittore, fu autore di numerose opere, specialmente per il teatro San Carlino di Napoli, tra cui "Nferte per lo Capodanno", "Lo malato p'apprensione" e "La mmesca pesca".

Michele Zezza, “Lo varcajuolo de Santa Lucia”

Comme se frícceca la luna chiena!
Lo mare ride, ll'aria è serena.
Vuje che facite 'mmiezo a la via?
Santa Lucia, Santa Lucia!

Stu viento frisco fa risciatare:
chi vo' spassarse jenno pe mmare?
È pronta e lesta la varca mia,
Santa Lucia, Santa Lucia!

Napule bello, d’ogne stagione,
tu arrecreare faie le ppersone!
E susce all’anema spasso e allegria,
Santa Lucia, Santa Lucia!

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