Il video spiega che cosa sono i calcoli biliari e perché si formano. Quali sono i sintomi e i possibili rischi dei calcoli alla cistifellia? Diagnosi e trattamento.
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Calcoli biliari - My-personaltrainer.it
In questo video conosceremo più da vicino la calcolosi biliare, detta anche colelitiasi. Si tratta di una malattia piuttosto comune, che dipende dalla presenza di calcoli all'interno della cistifellea e più in generale delle vie biliari.
I calcoli biliari sono delle raccolte di materiale solido, simili a piccoli "sassolini"; questi aggregati si formano all'interno della cistifellea o dei dotti biliari quando la bile è troppo ricca di alcune sostanze, come colesterolo, sali di calcio, bilirubina ed altri pigmenti biliari. Per capire meglio, partiamo come sempre da un breve ripasso anatomico. La cistifellea, detta anche colecisti, è un organo a forma di pera posto appena al di sotto del fegato. La funzione primaria della cistifellea consiste nell'immagazzinare e concentrare la bile prodotta dal fegato. La bile è un liquido denso, di colore marrone-verdastro, costituito per lo più da acqua, colesterolo, sali biliari e bilirubina. Come abbiamo visto, la bile viene dunque prodotta dal fegato, accumulata e concentrata nella colecisti tra un pasto e l'altro, ed infine riversata nell'intestino dove ricopre una funzione digestiva; in particolare, la bile ha lo scopo di facilitare la digestione e l'assorbimento dei grassi alimentari. Tutto ciò è permesso da una fitta rete di canali deputati al trasporto della bile dalle cellule del fegato che l'hanno prodotta, alla cistifellea e all'intestino; nel complesso questi canali di trasporto della bile prendono il nome di vie biliari o dotti biliari.
I calcoli si sviluppano per effetto della sedimentazione di alcune sostanze normalmente presenti nella bile. Tale evento si può verificare quando la normale composizione biliare viene alterata, oppure quando la cistifellea non si svuota completamente e la bile ristagna così al suo interno. In simili frangenti cominciano a formarsi dei piccoli cristalli insolubili, derivati dalla precipitazione e dall'aggregazione di alcuni componenti biliari. A poco a poco, su questi nuclei si depositano altri sali e lipidi, dando così origine dapprima alla sabbia biliare, poi ai calcoli veri e propri. I calcoli biliari possono avere dimensioni variabili da pochi millimetri a qualche centimetro, e si distinguono in base alla loro composizione chimica. Nella maggior parte dei casi, questi sassolini sono composti da aggregazioni di solo colesterolo. Più rari sono invece i cosiddetti calcoli pigmentari, costituiti da sali di calcio e cristalli di bilirubina; quest'ultima è una sostanza prodotta dalla degradazione dell'emoglobina del sangue e metabolizzata dal fegato. Il problema principale dei calcoli è che questi possono occludere i dotti biliari, ostacolando così il normale deflusso della bile dal fegato alla cistifellea e all'intestino. La bile, di conseguenza, si accumula, producendo un duplice insulto, di natura chimica e pressoria. Infatti la bile spinge contro le pareti dei dotti biliari e li danneggia, anche a causa di alcune sue componenti chimiche. L'effetto finale è un'infiammazione della cistifellea, dei dotti biliari e, talvolta, del fegato, con sintomi dolorosi e conseguenze anche gravi.
La calcolosi biliare è abbastanza comune nella popolazione adulta e l'incidenza aumenta con l'avanzare degli anni. Affligge circa il 15% degli ultraquarantenni e preferisce colpire le donne rispetto agli uomini. A conti fatti, i calcoli biliari sono 4 volte più frequenti nelle donne, in particolare durante la gravidanza o in caso di assunzione della pillola anticoncezionale o della terapia ormonale sostitutiva. Oltre a questi elementi, esistono altri fattori che possono incrementare il rischio di calcoli biliari, sia nell'uomo che nella donna. Questi fattori sono ad esempio l'obesità, il digiuno e persino un dimagrimento troppo rapido. Se si saltano i pasti, infatti, la cistifellea rimane inattiva e non si contrae per molte ore; di conseguenza, la bile ristagna al suo interno ed alcune sue componenti possono precipitare ed aggregarsi.
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