Storia del vermouth (prima parte) - Il Giardino sotto il naso di Elia Calò

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In questo video inizio a parlarti della storia del vermouth, che ho cercato di sintetizzare in pochi minuti per farti capire le origini di questo vino conciato.


Hai avuto esperienza con il vermouth? Dimmi qual è stata la tua esperienza con un commento!


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Ciao e bentrovat* al Bar Mita de Il Giardino sotto il naso.

In questo video inizio a parlarti della storia del vermouth, davvero super interessante, considerando che sta tornando di moda non solo in Italia.

Partiamo proprio dall'origine del nome "vermouth"!
Il nome Vermouth deriva dal termine "wermut", assenzio in tedesco (Arthemisia Absinthium) e in Germania questo vino veniva chiamato appunto "Wermutwein"; l'assenzio è proprio la botanica principale utilizzata nella preparazione del vermouth, assieme ad altri estratti vegetali, ma in passato, ed in particolare nell'antica Grecia, il vino all'assenzio (e non con l'aggiunta di altre erbe) era considerato un vino medicamentoso dai poteri curativi già da Ippocrate.

La tradizione parla proprio di Ippocrate, padre della medicina, come creatore dei vini all'assenzio, ma il collegamento con l'attuale vermouth è ancora lontano.

Quando l'antica Roma conquistò la Grecia, ne fu molto influenzata culturalmente, tanto che per esempio Cicerone offriva ai suoi ospiti "vinum ellenicus abisinthiatum". Anche Plinio il Vecchio lo definisce "vino stomatico" per le sue doti di digestivo.

La scuola salernitana nel suo Regimen Sanitatis ne parla come controveleno contro la cicuta. E nel Medioevo si continua a parlare delle doti di questo vino all'assenzio.

Arnaldo di Villanova, medico e alchimista catalano, ebbe l'intuizione di fortificare il vino usando zucchero e alcool e così si aprirono le porte degli attuali vermouth e vini liquorosi.

Nel 1585 Castore Durante parla per la prima volta del vino all'assenzio come vino che provoca l'appetito.

Intanto, con la nascita della Compagnia delle Indie nel 1600, iniziarono ad arrivare in Europa diverse nuove spezie, che arricchirono l'aromatizzazione di questi vini conciati, che si avvicinavano sempre di più all'attuale vermouth.

In questa fase il Piemonte si afferma più che mai per la produzione di vermouth, rispetto ad esempio a Francia e Germania che lo producevano allo stesso modo.

Perchè il Piemonte:
questo territorio era diventato un polo economico strategico, dove gli scambi con i paesi confinanti erano molto vivavi;
godeva della presenza di aromatieri e alchimisti altamente qualificati;
qui la produzione di vino Moscato, utilizzato appunto per la conciatura del vermouth, era molto cresciuta con un livello di qualità anche molto alto;
abbondava la presenza in natura di arthemisia absinthium.

Tutto questo rende il Piemonte la culla di produzione del vermouth di qualità, tanto che il Vermouth di Torino verrà menzionato come eccellenza nei manuali di liquoristica a partire dal Settecento.

E non finisce qui...


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Ci vediamo al prossimo video.

Elia Calò