Milano, 16 settembre 2024 - presso il Centro Aggregativo Multifunzionale (CAM) Garibaldi, in corso Garibaldi angolo via Tessa, si è svolta la cerimonia di intitolazione del Giardino interno alla cantante e cantautrice Giuni Russo.
Alla cerimonia hanno partecipato l'assessore alla Cultura Tommaso Sacchi, il presidente del Municipio 1 Mattia Abdu, la cantautrice Alice, Maria Antonietta Sisini fondatrice dell'associazione culturale "GiuniRussoArte" e Bianca Pizzorno scrittrice e autrice televisiva .
Dal quotidiano Il Giorno :
Giuni Russo: la sua Milano le intitola il giardino del Cam Garibaldi
L’artista, nota per canzoni senza tempo come “Un’estate al mare” e “Alghero”, è scomparsa il 14 settembre di venti anni fa. Originaria di Palermo, ha compiuto nel capoluogo meneghino il suo percorso artistico. La città le ha dedicato uno spazio nel quartiere dove abitava
Milano – Il giardino interno del Cam Garibaldi da oggi porta il nome della cantautrice e interprete Giunio Russo, celebre e indimenticata voce della musica italiana, prematuramente scomparsa a Milano il 14 settembre 2004, a soli 53 anni, dopo una lunga battaglia contro il cancro. L'intitolazione si è svolta oggi pomeriggio nel centro civico, vicino al quale la cantautrice abitava e sede di servizi alla persona, ma soprattutto luogo di iniziative artistiche, socio-ricreative e culturali.
Giuni Russo, pseudonimo di Giuseppa Romeo, era originaria della Sicilia (nata a Palermo il 7 settembre 1951) ma a Milano ha compiuto il suo percorso artistico, da qui la decisione di intitolarle un luogo pubblico. Giuni ha iniziato a studiare canto giovanissima. Nel 1967 ha partecipato e vinto il Festival di Castrocaro accedendo a Sanremo l’anno successivo. Dopo un primo successo negli anni Settanta, ha raggiunto la fama nel 1982 con il brano “Un’estate al mare”.
Il grande successo non ha limitato a sua carriera sperimentale che le ha permesso permette negli anni successivi di esplorare nuovi orizzonti musicali, fondendo hits commerciali con sonorità più ricercate. Nel 1988, con l’album “A casa di Ida Rubinstein”, si è avvicinata alla musica classica, consolidando il suo stile innovativo. Negli anni ‘90 e 2000, Giuni si è dedicata a un percorso più personale, collaborando con poeti e scrittori. La sua ultima partecipazione a Sanremo risale al 2003, con il brano "Morirò d'amore". Nel 2004, nella notte tra il 13 e il 14 settembre si è sèpenta nella sua casa milanese. Riposa nel cimitero del Convento di Santa Teresa di Gesù Bambino a Milano.
Alla cerimonia sono intervenuti l'assessore alla Cultura, Tommaso Sacchi, il presidente del Municipio 1, Mattia Abdu, la cantautrice Alice e Maria Antonietta Sisini, presidente della associazione culturale 'GiuniRussoArte'. "Giuni Russo non è stata solo cantautrice di talento - ha dichiarato l'assessore Sacchi - ma anche un'artista capace di innovare e sperimentare, portando la sua musica a livelli di eccellenza e originalità. La sua voce unica, capace di toccare le corde più profonde dell'anima, ha lasciato un segno incancellabile nel cuore di tutti noi. Il giardino che abbiamo voluto dedicarle è un tributo non solo alla sua musica, ma anche al suo spirito indomito, che continua a ispirare artisti e appassionati".
Commosso il ricordo che le ha dedicato Maria Antonietta Sisini, che descrive la tenacia che ha contraddistinto la cantante per tutta la durata della sua carriera: "Secondo me la più grande cantante di tutti i tempi. Preparata, ha studiato sempre, tutta la vita, non si è mai adagiata sugli allori o sui successi che aveva ottenuto. Mai. Studiare e andare avanti. Il suo motto era l’ ‘artista deve evolvere, altrimenti involve’”.
Anche il presidente del Municipio 1 di Milano Mattia Abdu ha voluto ricordare l’importanza di Giuni Russo per la città, aggiungendo che dedicarle il giardino interno del Centro di Aggregazione Garibaldi era doveroso: “Quando ci ha lasciati era in questo quartiere, quindi dedicarle un giardino qui è il modo ideale per ricordarla, impreziosito dal fatto che il giardino è quello del CAM Garibaldi, che è una chiesa sconsacrata, e lei nella sua carriera ha voluto sperimentare tantissimo anche con un lavoro di ricerca nella musica sacra verso la figura di Santa Teresa d’Avila, quindi tra il sacro e il profano mi sembra che tutto si tenga”
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