Arte e Architettura Sacra dal Concilio Vaticano II_Sacred Art and Architecture by Vatican II Council

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Arch. prof. Paolo Gioffreda
"L'ARTE E L'ARCHITETTURA SACRA DAL CONCILIO VATICANO II:
UN'INDEFINITA ED INTERMINABILE CONTEMPORANEITÀ"
Approfondimenti delle tematiche su progettazione, adeguamento e recupero degli edifici di culto.
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21 MAGGIO 2024, ORE 15:30

Arch. prof. PAOLO GIOFFREDA
“LUOGHI ED IMMAGINI DI CULTO: VARIAZIONI ED ALTERAZIONI NELLA STORIA FINO AL CONCILIO VATICANO II”
Dalla domus ecclesiae alla basilica cristiana, fino al XX secolo. Come nei luoghi di culto, fondamentalmente, è da sempre stata “la funzione che fa la forma”: i mutamenti e le diversificazioni nel tempo dei costumi liturgici che vanno ad incidere anche sulla progettazione degli spazi. Dopo il Concilio Vaticano II, tanto risaltano forti mutazioni in materia di liturgia, quanto in arte ed architettura sacra.
Le variazioni delle chiese italiane, ma non solo italiane, messe in atto dal Concilio Vaticano II, sono procedimenti fondamentalmente molto delicati, impegnativi, scottanti ma anche urgenti e complessi, tuttora ovviamente in corso.
A sessanta anni dalla pubblicazione della costituzione “Sacrosanctum Concilium” sulla Sacra Liturgia, al mutare dei gesti, spazi, funzioni della liturgia, mutano anche gli spazi entro cui essa viene svolta. Il Vaticano II ha affrontato questo tema sotto aspetti diversi fra cui, di nostro interesse per questa conferenza: l'architettura sacra, il rinnovamento dell'arte liturgica, la partecipazione dei fedeli rispondente ad una più libera identità laica nella creazione artistica, la conservazione dei monumenti, il dialogo maggiore fra clero ed artisti laici.
Il Vaticano II ha quindi realizzato un nucleo funzionale sull'arte e l'architettura sacra, allo scopo di adoperarsi per la celebrazione liturgica e la devozione popolare, ma anche per la risonanza spirituale personale, l'insegnamento in ambito catechistico, complessivamente quindi per lodare Dio. Infatti l'arte è un fenomeno umano e realizzata dagli uomini, l'arte fruisce in una propria serietà, dignità, moralità, umanità, bellezza. Pertanto è ragionevole che l'artista, il progettista individui e discerna anche la legge morale, di cui è responsabile, che rimane intrinseca nelle proprie opere.
La libertà artistica si muove, quindi, nella cornice funzionale dell'arte e architettura sacra.
Molto è stato fatto, a ritmi differenti e con risultati di qualità variabile; per questo troppo rimane ancora da percorrere e fare, particolarmente da rifare meglio, ma certamente si sta comprendendo che, gli architetti che perseguiranno questo compito, nella progettazione ex-novo e di interventi di adeguamento, non dovranno più restar soli, ma contare ed avvalersi di nuove figure esperte di supporto, sugli orientamenti ed aggiornamenti (linee guida della CEI), ma anche dal punto di vista esperienziale da su alcune realizzazioni “riuscite bene” e da varie pubblicazioni. A questo proposito l'apprendimento dal Concilio dovrebbe risultare più vicino, anche se reali traguardi, coerenti con esso, potranno esplicitarsi solo in tempi piuttosto lunghi.
Infatti, nell'ultima metà di secolo si sono svelate alcune soluzioni che, malgrado interpretino un solo testo ed un solo contesto culturale, restano differentamente e diversamente marcate tra loro. La loro polimorfia è sotto gli occhi di tutti: da una parte trasgrediscono (come da un tacito acordo collettivo) quella costanza analogica che ha percorso i due millenni precedenti, dall’altra, esprimono una “libera regola progettuale” polimorfa o, se si vuole, poliedrica, contemporanea solo formalmente.
Si tratta ovviamente dei frutti delle svariate percezioni frammentate, che hanno interpretato spesso soggetivamente l'unico orientamento del Concilio e, in particolare, della riforma liturgica che, in realtà, invece dava grande rilievo nel lasciare più spazio di certo alla varietà dei costumi rituali, estetici, stilistici, delle aspettative, ma più esplicitamente in riferimento alle stratificazioni generazionali delle differenti culture, più visibilmente relazionate ad aree vaste, individuate fra i cinque continenti, come espressione e parte integrante delle storie e delle radici identitarie cultuali dei popoli. Solo in questo senso unificante nelle proprie differenze, si potrebbe anche sperare di intravedere l'inizio di un nuovo percorso, secondo la prassi tradizionale della Chiesa Cattolica, anche per l’architettura.

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