Cilentano.it nella magia dell' Antece - Patrimonio dell'Umanita' - Sant' Angelo a Fasanella

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L’Antece era una divinità pagana. Come tale era posta al centro della vita degli uomini che abitavano il monte Alburno e si elevava sulla storia dell’umanità in periodi difficili, inquieti e contraddittori tra il IV ed il II sec. a.C. Infatti, ricordiamo brevemente che i Lucani sconfissero i Greci che si erano insediati lungo la costa tirrenica (Poseidonia, Velia, ma anche Phasis, posta nell’interno tra Poseidonia ed il Vallo di Diano). I Lucani a loro volta furono sconfitti dai Romani.
L’Antece dominava da Castrum Palumbus (l’odierna Costa Palomba, nonché montagna situata nel territorio del Comune di Sant’Angelo a Fasanella) la Valle del Fasanella e la Valle del Calore. Il Castrum era una fortezza. La cinta muraria è possibile scorgerla in alcuni tratti, una volta saliti sulla sommità. Questo luogo ha restituito materiale della civiltà appenninica (una capeduncola dell’età del bronzo medio e recente, rinvenuta a pochi centimetri dal piano di calpestio, una vasca cultuale ben conservata e, per un periodo più antico, materiale preistorico consistente in oggetti litici, punte di freccia, ecc., attribuibili alla cultura musteriana, databile, quindi, intorno ai 40.000 anni fa, quando vi vivevano gli uomini di Neanderthal. Oggetti litici appartenenti allo stesso periodo sono stati rinvenuti anche nella grotta di San Michele Arcangelo, sia nei primi anni ‘70 del secolo scorso che recentemente durante il restauro del pavimento, assieme al cranio di un orso, ora depositati presso il Museo di Paestum. Come si vede, questa località è stata da sempre abitata e frequentata, insieme alla Grotta di San Michele, da parte dell’uomo. Quest’ultima è patrimonio Unesco ed è stata elevata recentemente, subito dopo il Congresso Eucaristico che si è tenuto nei giorni 4-7 maggio, a Santuario Diocesano il giorno 8 maggio 2008. Entrambi i beni culturali sono situati nel territorio di Sant’Angelo a Fasanella. Da Costa Palomba lo sguardo spazia a 360 gradi e giunge fino al mare. Nei giorni in cui il cielo è nitido si vede addirittura la stupenda isola di Capri a sud e la vetta dell’Alburno che culmina col monte Panormo a nord (1742 mt.), termine quest’ultimo che ci ricorda la dominazione dei Sicani in tutta l’Italia meridionale.

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