4e 2024 - Gallery Walk: intervista a Tommaso Beccuti, Additive Appliances

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L'idea di Additive Appliances nasce dai metamateriali e dalla possibilità di sfruttare l’attuale convergenza tecnologica con la stampa 3D, una tecnologia che ne abilita l’uso e lo semplifica permettendo di ampliarne la sfera applicativa direttamente ai beni di consumo. Questo vuol dire valorizzare la tecnologia sviluppandola in applicazioni che possono diventare prodotti.
Questo perchè qualsiasi materiale può diventare un metamateriale. La parola stessa deriva dal greco “meta”, che significa “oltre”. Partendo da qualsiasi materiale, modificandone la geometria interna, gli si possono infatti attribuire delle proprietà uniche che naturalmente non avrebbe.
In sostanza Additive Appliance ha le competenze per progettare e quindi brevettare dei metamateriali che, sostanzialmente, diventano dei prodotti.
Lavorando l’alluminio hanno dato vita a scambiatori di calore molto efficienti e compatti; una loro applicazione specifica riguarda le macchinette del caffè dove è cruciale controllare temperatura e pressione. Progettando le giuste geometrie migliorano le performances e si offre una produzione flessibile, che risulta adattabile alle varie caratteristiche estrattive, come nel caso degli specialty coffee
Il rapporto tra metamateriali e attrezzature sportive ha dato vita a uno spin off dedicato, sostenuto anche da venture capital; la prima applicazione, già disponibile sul mercato, è un dispositivo antivibrazione per racchette da tennis. Questi dispositivi, solitamente in silicone, si inseriscono tra le corde della racchetta per ridurre le vibrazioni. Tuttavia, hanno limitazioni nel selezionare specifiche frequenze di vibrazione in questo modo, con i metamateriali, si possono mirare specifiche frequenze creando dispositivi personalizzati.
Il terzo filone di applicazioni riguarda il cibo e in particolare la pasticceria. Lo spunto è duplice, da un lato la collaborazione con una PMI innovativa di Torino che produce cioccolato, dall’altro la moda diffusa della cucina molecolare e della “scienza in cucina”. Il risultato sono dei cioccolatini la cui superficie è stata ingegnerizzata in modo da esaltare alcuni ingredienti e alcuni sapori. Lasciando inalterata la ricetta del maître chocolatier il sapore cambia a seconda delle geometrie dei diversi cioccolatini (in questo caso, non sono stampati in 3D, ma sono gli stampi ad essere “ingegnerizzati”.

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