Don Rafele O Trombone Peppino De Filippo (Versione 1959)

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Don Rafele 'o trumbone

Una farsa tragi-comica napoletana in un atto scritta da Peppino de Filippo nel 1931.
Raffaele Chianese, compositore, maestro di trombone, vive in una casa-negozio di musica nella miseria più totale assieme alla moglie Amalia ed alla figlia Lisa: da due anni infatti è disoccupato, e tutto per il suo carattere visionario e refrattario a nuove visioni della vita che non siano le sue. Raffaele vive per la musica e non c'è verso di fargli cambiare idea: persino l'ultimo posto di lavoro offertogli dal suo migliore amico, il compare Giovanni, è stato da lui rifiutato. Quel giorno è un giorno importante: Raffaele deve andare a suonare ad un matrimonio nel pomeriggio, dopo un ennesimo insuccesso alla Federazione, dove gli hanno detto che non c'è lavoro per lui. Sembra andare tutto bene fino a quando non entra con fare minaccioso Nicola Belfiore, concertista e collega di Raffaele, che gli porta una cattiva notizia: lo sposo è morto per una paralisi cardiaca. Il concertista, che da tempo aveva il sospetto che Raffaele abbia qualche sorta di potere che lo porta a portare sfortuna a chiunque gli capiti a tiro, vuole smetterla di fare affari con il trombone e gli dice che da quel giorno ognuno se ne andrà per la propria strada. In quel momento, entra il compare Giovanni raggiante: ha trovato un'offerta di lavoro per Raffaele. Un'offerta veramente da prendere al volo: vigilante del personale nel lanificio di proprietà di un commendatore suo amico. Raffaele fa una smorfia: per lui, è un lavoro da "spione", come lui stesso definisce. Dopo che il compare gli ha spiegato in cosa consiste e le condizioni di stipendio, Raffaele ci pensa su: ha infatti in mente di andare, prendere lo stipendio d'anticipo che gli daranno al momento dell'assunzione e dileguarsi nel nulla. Al sentire questo, il compare se ne va. Prima però lo mette in guardia: se si farà sfuggire anche quest'occasione, lui non saprà più dove e a chi rivolgersi. Sembra che vada tutto per il meglio, quando ad un certo punto entrano in negozio alcune persone, molto ben vestite. Raffaele teme siano agenti delle imposte, ma subito il più ben vestito di loro dice di chiamarsi Alfredo Fioretti e di essere un compositore. Fioretti tenta Raffaele con delle proposte molto vantaggiose: da anni, infatti, egli è in Italia inoperoso e gli serve qualcuno che lo segua nei suoi concerti in giro per il mondo. Raffaele sembra essere la persona adatta per questo incarico. In un primo momento Raffaele sembra incerto: come farà con la moglie e la figlia? E con i documenti? Fioretti dice che penserà a tutto il suo segretario, Attilio Gargiulo. Nel frattempo Luigi Fioretti, fratello di Alfredo, illustra a Raffaele tutto ciò che faranno: andranno in Francia, Germania, in Africa, in ogni angolo del mondo. Raffaele chiede informazioni sul denaro. Fioretti, per tutta risposta, gli dà un acconto di ben diecimila lire. Raffaele e la moglie Amalia quasi svengono: mai avevano visto tanti soldi messi insieme in un colpo solo. Entra di nuovo il compare Giovanni. Raffaele lo tratta a pesci in faccia, sventolandogli in faccia i dieci biglietti da mille lire datigli da Fioretti. Giovanni non capisce il perché di quel rifiuto e quando Amalia tenta di spiegargli tutto, viene interrotta bruscamente da Raffaele. Alla fine Giovanni, offeso ed umiliato, decide che Raffaele è un pazzo, un malato e che mai più si interesserà dei suoi guai. Uscito il compare sbraitando, Fioretti guarda l'orologio. È tardi: ha un appuntamento con l'ambasciatore di Spagna per una cena. Perciò esce, accompagnato dal fratello e dal segretario. Raffaele ed Amalia sono felici: i loro guai sembrano essere finalmente finiti. Entra di nuovo Luigi, che si riprende i cinque biglietti da mille lire e spiega a Raffaele come stanno veramente le cose: Alfredo Fioretti è in realtà un pazzo, ultimo discendente di una famiglia molto ricca, che si crede un grande musicista. Quelli che si erano presentati come Luigi Fioretti e Attilio Gargiulo sono in realtà i due infermieri che lo accompagnano nella sua passeggiata giornaliera. Alfredo fa sempre così: è pazzo, e "occorre compatire". Quanto al denaro, era solamente carta straccia. Luigi si scusa per il disturbo arrecatogli e se ne va come se niente fosse. E Raffaele ed Amalia tornano quindi a vivere nella più completa miseria.
1959 Don Raffaele il trombone* Regia: Peppino De Filippo Fernanda Turvani Data: 23/08/1959 Canale: Programma Nazionale /Interpreti: Alfredo Fioretti: Cesare Bettarini; Amelia: Miriam Pisani; Attilio: Marcello Tusco; Compare: Corrado Olmi; Lisa: Maria Adelaide Zaccaria; Luigi: Aldo Alori; Nicola Belfiore: Luigi De Filippo; Raffaele Chianese: Peppino De Filippo;

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