Mal dell’esca e malattie del legno: soluzioni moderne ad un antico problema - Parte 1

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Capire e gestire il mal dell’esca e le malattie del legno

Olivier Viret, Istituto Agroscope Changins-Wädenswil

Le malattie del legno causano importanti danni in tutte le regioni vitivinicole del mondo. Le specie fungine isolate da piante sane e da piante con sintomi del Mal dell’esca sono quasi le medesime, ma differiscono dalle comunità fungine delle barbatelle. Nel territorio svizzero, i funghi patogeni descritti nel Mal dell’esca, nel Black dead arm, nell’Eutipiosi e nell’Escoriosi sono presenti sia nelle viti con sintomi fogliari che nelle piante sane campionate negli stessi vigneti.

Nelle piante colpite il flusso linfatico è fortemente alterato, come conseguenza della presenza di funghi che colonizzano i vasi conduttori, ma anche a causa di ferite o di stress legati al clima o alla tipologia dei suoli.

La lotta diretta contro le malattie del legno rimane difficile per l’assenza di fungicidi efficaci e la difficoltà di penetrazione all’interno del legno dei principi attivi. La prevenzione è attualmente l’unico approccio per limitare l’impatto delle malattie del legno, in particolare, è opportuno porre attenzione alla dimensione delle ferite da potatura in quanto direttamente correlata con la porzione di legno secco che si viene a formare nel tessuto sottostante. Esperimenti con barbatelle inoculate con micorrize e/o funghi antagonisti del genere Trichoderma devono ancora dimostrare i loro effetti a lungo termine.

Gli studi sulle malattie del legno devono integrare numerosi parametri come la sensibilità varietale agli stress climatici, il tipo di portainnesto, la gestione del suolo e dell’acqua, la vigoria, ed infine la potatura. Pare che certe forme di allevamento come la pergola trentina o la “bellussera”, mostrino una minore incidenza delle malattie del legno, forse perché maggiormente rispettose del naturale portamento lianoso della pianta. Simili osservazioni sono state fatte in Francia, nella regione della Champagne, con il sistema di potatura del tipo “chablis”, in cui fino a quattro tronchi per vite vengono regolarmente ringiovaniti.

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