Скачать или смотреть Proteggersi dal 5G, secondo il Sistema Nazionale per la Protezione dell'Ambiente

L’arrivo del 5G ha rivoluzionato il modo in cui si valutano i campi elettromagnetici all’interno delle abitazioni. Le misurazioni utilizzate per 2G, 3G e 4G non sono più adeguate, perché il 5G utilizza fasci dinamici, antenne intelligenti e nuove frequenze che rendono i segnali molto più variabili e complessi da analizzare. Per questo, nel 2024 il Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) ha pubblicato Linee Guida ufficiali dedicate esclusivamente al 5G, diventate il riferimento tecnico per i professionisti che effettuano valutazioni di esposizione elettromagnetica. In questo video analizziamo cosa cambia con il 5G, perché non è possibile usare strumenti economici o app per smartphone, e quali sono le metodologie corrette per misurare l’esposizione nella tua casa in modo affidabile e conforme alla normativa italiana.

Sono l’ingegnere Angelo Rizzo e da oltre dieci anni opero come consulente tecnico nella zona di Salerno, aiutando famiglie che vivono vicino alle antenne di telefonia mobile. Il mio obiettivo è tutelare la salute delle persone e salvaguardare il valore della loro abitazione. Il SNPA – composto da ISPRA e dalle ARPA regionali – garantisce standard tecnici uniformi su tutto il territorio nazionale. Le Linee Guida del 2024 sono oggi indispensabili per valutare correttamente l’esposizione ai campi elettromagnetici del 5G.

Ma perché il 5G è così diverso? Le caratteristiche che lo rendono unico sono principalmente tre:
Nuove frequenze. Oltre alle bande sotto i 6 GHz, il 5G utilizza anche le onde millimetriche (mmWave) tra 24 e 53 GHz. In Italia, le bande attualmente operative sono 700 MHz, 3700 MHz e, in fase di espansione, 27 GHz.
Antenne massive MIMO. Sono composte da decine di piccoli elementi radianti che permettono di dirigere il segnale con grande precisione, come se fossero fari intelligenti orientabili.
Fasci dinamici. Il 5G utilizza beam sweeping per scandire l’ambiente e beamforming per generare fasci molto direttivi verso i dispositivi che stanno comunicando. L’esposizione cambia continuamente in base agli utenti e al traffico dati, rendendo impossibile trattare questo segnale come un campo statico.
Questa complessità rende le misurazioni molto più difficili. Con 2G, 3G e 4G bastava misurare i canali di controllo, sempre attivi e trasmessi alla massima potenza. Con il 5G non è più così: i canali di controllo SSB hanno guadagni bassi, mentre i canali di traffico PDSCH, quelli che realmente trasportano i dati, generano fasci altamente direttivi e più potenti. Limitarsi ai canali di controllo porterebbe a sottostimare l’esposizione reale.

Le Linee Guida SNPA indicano che per stimare correttamente il contributo massimo bisogna riferirsi ai canali di traffico, utilizzando strumenti professionali e procedure di estrapolazione che considerano la natura variabile del 5G. Tra i principali fattori introdotti dalle Linee Guida troviamo:
FPR, che tiene conto della fluttuazione temporale e spaziale;
FextBeam, che considera l’effetto del beamforming e l’orientamento dinamico dei fasci.
In aggiunta, gli scanner di rete possono aiutare i tecnici a identificare rapidamente i contributi più rilevanti delle diverse celle operative.
Quando eseguo una misurazione nella tua casa, applico procedure rigorose, simulate in condizioni di massimo traffico e documentate secondo la normativa italiana. Non si tratta solo di rilevare un valore, ma di interpretare correttamente un sistema complesso, variabile e intelligente come quello del 5G. È questo che permette di stabilire se l’esposizione è conforme ai limiti di legge e se esistono criticità da affrontare.

La protezione dell’ambiente e della salute è al centro del mio lavoro, e per questo l’aggiornamento continuo sulle Linee Guida nazionali è fondamentale. Se hai bisogno di chiarimenti o desideri una consulenza professionale e indipendente, puoi contattarmi all’indirizzo email:

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