La colonscopia: perchè farla, a che età, ogni quanto, come prepararsi

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La colonscopia è un esame endoscopico, che permette al medico di scrutare la superficie interna del colon. Lo strumento impiegato per effettuare quest’esame è un fibroendoscopio specifico per l’organo in questione, chiamato colonscopio, un tubo lungo, sottile e flessibile.

Il suo diametro standard è di 13 millimetri. L’immagine viene trasportata all’occhio dell’operatore da un fascio di fibre ottiche, oppure nei moderni videoendoscopi una microtelecamera e una sorgente luminosa sono posti sulla sommità dello strumento.

Il dispositivo ha una lunghezza tale da consentire l’osservazione dell’intero colon e perfino una porzione dell’intestino tenue. Ma non sempre è necessario questo esame esteso: può essere sufficiente vagliare la parte sinistra del colon (cioè il retto-sigma).

Nel qual caso si parla di rettosigmoidoscopia. La colonscopia è in grado di fornire una visione diretta del grosso intestino, con precisione e dovizia di dettagli nettamente superiori rispetto a un esame radiologico (con il vantaggio supplementare di non esporre il paziente ai raggi X).

Inoltre, attraverso il tubo endoscopico possono transitare diverse sonde operatorie, sostituibili a piacimento durante la seduta colonscopica senza dover estrarre l’apparato principale. Vengono infatti utilizzati pinze, cateteri con aghi iniettori, anse, forbici per fili di sutura, dilatatori, sonde per l’elettrocoagulazione, cestelli di recupero.

Strumenti chirurgici che permettono al medico di effettuare – sul momento – il prelievo di frammenti della mucosa colica in maniera assolutamente indolore, di tamponare eventuali sanguinamenti e di eliminare, ecco l’aspetto cruciale, piccole lesioni tumorali: i polipi.

Prima di effettuare l’esame, è necessario seguire scrupolosamente un “pacchetto” di istruzioni fornito dal medico. Innanzitutto, occorrerà garantire un’adeguata detersione dell’intestino, fondamentale per una sua osservazione ottimale.

Il paziente dovrà pertanto rispettare una dieta priva di scorie per i 4 giorni che precedono l’esame (quindi, è proibita l’assunzione di frutta, verdura e cibi ricchi di fibra) e sottoporsi a un trattamento lassativo di pulizia (ingerendo una quantità di purgante tale da ottenere l’emissione di scariche liquide). E bisognerà evitare di mangiare nelle 8-10 ore che precedono il test.

Infatti, la presenza di materiale fecale all’interno del tubo colico rischia di limitare il campo visivo del colonscopio. Sarà cruciale anche consegnare al medico un elenco di tutti i medicinali che si stanno assumendo (in particolare, Aspirina e anticoagulanti). Lo specialista potrà ricorrere alla somministrazione di antispastici e sedativi, sia per diminuire le contrazioni delle pareti del colon, sia per arginare la reattività del paziente.


COME SI SVOLGE?
Il paziente è invitato ad accomodarsi su un lettino, distendendosi sul fianco sinistro. Solitamente l’esame viene eseguito in sedazione cosciente con somministrazione di ansiolitici ipnotici e antispastici per minimizzare il fastidio. Lo strumento viene introdotto con delicatezza, attraverso l’ano preventivamente esplorato e lubrificato.

Nel corso dell’esame, può venir immessa una modesta quantità d’aria, al fine di distendere adeguatamente le pareti dell’intestino e ottenere in tal modo una visione ottimale: la manovra può generare qualche fastidio, la sensazione di dover “scaricare”, un gonfiore all’addome anche un po’ doloroso. Sensazioni sopportabili ma che vanno riferite all’operatore, cosicchè questi possa comportarsi di conseguenza. L’esame dura 15-30 minuti circa.

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