Dal 18 luglio 1936 al mito di Franco: anatomia di un colpo di stato

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Incontro con Matteo Tomasoni, Universidad de Valladolid.
La conferenza fa parte del ciclo "Colpo di stato!" promosso dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto con il coordinamento scientifico di Gustavo Corni.
Maggiori informazioni su www.museodellaguerra.it

Il colpo di stato che nel luglio 1936 si estese in tutta la Spagna, diede inizio a uno degli episodi più discussi e allo stesso tempo cruenti dell’epoca. Il paese iberico divenne il baricentro del conflitto sociale e politico del momento a causa dell’alternarsi di regimi spesso avversi all’esperienza democratica. Il fermento in cui si ritrovò il paese e le particolarità belliche che caratterizzarono la guerra civile (1936-1939) servirono come impulso per l’ascesa di alternative politiche che ben presto si consolidarono in stretto legame con le ideologie dominanti. I sovversivi, militari e civili, aderirono con entusiasmo alla causa fascista riuscendo non solo a vincere la guerra, ma anche a perpetuare un regime che prese il nome dal suo volto più noto: il “generalissimo” Francisco Franco. Un “duce” sui generis che, nonostante una certa apatia politica dimostrata fino a quel momento, riuscì comunque a polarizzare una società che finì per riorganizzarsi sui tre pilastri fondamentali del nuovo regime: autoritarismo, cattolicesimo ed un ultranazionalismo di chiara ispirazione fascista.

Matteo Tomasoni è dottore di ricerca in Storia presso l’Universidad de Valladolid (Spagna, 2014), con una tesi sulla genesi e sviluppo del fascismo spagnolo. È membro del gruppo di ricerca “Memoria Histórica, Derechos Humanos y Transiciones Políticas” ed è coordinatore dei seminari di dottorato organizzati dall’Instituto Universitario de Historia Simancas. Collabora come membro fondatore alla rivista “Diacronie – Studi di Storia Contemporanea”, fa parte della redazione di “Zibaldone – Estudios italianos” ed è autore di numerose pubblicazioni. I suoi interessi sono rivolti allo studio del fascismo in chiave transnazionale, ai movimenti politici degli anni Venti e Trenta del XX secolo e alla storia del turismo. Da qualche tempo collabora inoltre come volontario al progetto di recupero della Forra del Lupo/Wolfsschlucht, motivo per il quale lavora anche nell’ambito di studi legati alle vicende della Prima Guerra Mondiale.

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