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I nemici principali di Giovanni furono proprio i suoi amici magistrati. Molti di loro non sono stati leali mentre alcuni gli sono stati davvero amici come Chinnici, Caponnetto, Guarnotta, Grasso, Ayala”. Lo ha detto Maria Falcone in un’intervista a ‘Soul’, il programma-intervista di Tv2000, condotto da Monica Mondo. Il programma va in onda domenica 21 maggio alle ore 12.15 e alle 21.30, alla vigilia del venticinquesimo anniversario della strage di Capaci del 23 maggio 1992, quando Falcone venne ucciso assieme alla moglie Francesca Morvillo e ai tre agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
"Tanti furono gli attacchi e le sconfitte – ha aggiunto Maria Falcone - tanto che fu chiamato il giudice più trombato d'Italia e purtroppo lo è stato ed è stato lasciato solo. Ma il fatto stesso che i giovani continuino a vedere in lui l’esempio di un uomo che ha saputo sacrificare la sua vita per il bene comune, pure non essendo un fervente cattolico ma un laico che credeva nell’amore del prossimo, è bello ed emozionante”.
“Giovanni – ha proseguito Maria Falcone - si è inventato tutto nella lotta alla mafia; quando lui è arrivato a Palermo la mafia sembrava quasi non esistesse, non se ne faceva nemmeno il nome; i vari uomini politici non la nominavano, la Chiesa non la conosceva”.
A Tommaso Buscetta, ha ricordato Maria Falcone, “Giovanni gli aveva cambiato completamente la vita, perché gli aveva dato un senso dello Stato”. Per questo motivo la sorella del magistrato oggi è impegnata a sensibilizzare soprattutto i più giovani ai temi della mafia: “Giovanni è considerato il servitore dello Stato che credeva nei valori con i quali noi siamo cresciuti, secondo quel detto meraviglioso: quando la Patria chiama bisogna andare. Giovanni è stato chiamato ed è andato”.

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