La soffiatura del vetro è una tecnica di formatura del vetro che prevede il gonfiaggio di vetro fuso con l'aiuto di una canna. Chi soffia il vetro è chiamato "soffiatore di vetro".
Per aumentare la rigidità del vetro fuso, che a sua volta facilita il processo di soffiaggio, si è dovuto apportare un leggero cambiamento nella composizione della pasta vitrea. Il natron, agisce come un flussante, è leggermente inferiore nei vasi soffiati rispetto a quelli fabbricati per fusione. Una minore concentrazione di natron avrebbe permesso al vetro di essere più rigido ottenendo una migliore soffiatura.
I due principali metodi di soffiatura del vetro sono il soffiaggio libero e con stampo.
Il processo di soffiaggio libero comporta il soffio di brevi sbuffi d'aria in una porzione di vetro fuso avvolta ad una estremità della canna di soffiaggio. Ciò ha l'effetto di formare una superficie elastica all'interno della porzione di vetro che corrisponde alla superficie esterna causata dalla rimozione del calore della fornace. L'addetto può quindi gonfiare rapidamente il vetro fuso e lavorarlo nella forma desiderata.
La soffiatura in uno stampo è un metodo alternativo che venne introdotto dopo l'invenzione della soffiatura libera, durante la prima metà del I secolo Una porzione di vetro fuso viene posta all'estremità della canna e quindi gonfiata in uno stampo di legno o metallo intagliato. In questo modo, la forma e la trama della bolla di vetro sono determinate dal disegno all'interno dello stampo piuttosto che dall'abilità del soffiatore. Lo sviluppo della tecnica di soffiaggio nello stampo ha permesso la produzione rapida di oggetti in vetro in grandi quantità, incoraggiando così la produzione in serie e la distribuzione diffusa di oggetti in vetro.
La trasformazione di materiale grezzo in vetro avviene intorno ai 1320 °C; il vetro emette abbastanza calore per apparire quasi di un bianco caldo. Viene quindi Per la soffiatura del vetro servono tre forni. Il primo, che contiene un crogiolo di vetro fuso, viene semplicemente chiamato "fornace". Il secondo è chiamato "buco" e viene utilizzato per riscaldare un pezzo tra una fase e l'altra. La fornace finale si chiama "ricottura", e viene utilizzata per raffreddare lentamente il vetro, per un periodo che va da alcune ore a qualche giorno, a seconda delle dimensioni dei pezzi. Ciò impedisce al vetro di rompersi o frantumarsi a causa dello stress termico. La punta della canna di soffiaggio viene prima preriscaldata; quindi immersa nel vetro fuso nella fornace. Il vetro fuso viene "raccolto" sulla sua estremità nello stesso modo in cui il miele viscoso viene raccolto su un bastoncino Quindi l'aria viene soffiata nel tubo, creando una bolla. Successivamente, l'operatore può raccogliere più vetro sopra quella bolla per creare un pezzo più grande. Una volta che un pezzo è stato soffiato alla sua dimensione finale approssimativa, viene realizzata la base. Quindi, il vetro fuso viene attaccato a un'asta di acciaio inossidabile o di ferro per modellare e trasferire il pezzo cavo dalla canna per realizzare un'apertura e modellare la parte superiore.
Le prime prove di soffiatura del vetro provengono da una raccolta di rifiuti di una vetreria, tra cui frammenti di tubi di vetro, bacchette di vetro e piccole bottiglie soffiate, trovati in un mikveh, un bagno rituale nel quartiere ebraico dell'antica città di Gerusalemme, datati dal 37 al 4 a.C.Si ritiene che la vetreria ebbe origine a Murano intorno al X secolo con notevoli influenze asiatiche ed arabe, dal momento che Venezia era un importante porto commerciale. La fama di Murano come centro di lavorazione del vetro nacque quando la Repubblica di Venezia, per prevenire l'incendio degli edifici della città (all'epoca in gran parte costruiti in legno), ordinò ai vetrai di spostare le loro fonderie a Murano nel 1291 .Contrariamente agli altri paesi in cui le vetrerie sorgevano nelle sedi di produzione delle materie prime o del combustibile, Venezia e Murano hanno sempre importato tutti i materiali come il silicio vetrificante, la soda fondente ed altro, da luoghi lontani, compresa la legna, combustibile fino al secolo scorso, che arrivava dalle coste istriane e dalmate. La vera qualità dell'isola di Murano, però, era l'uomo con la sua esperienza, che nel tempo ha perfezionato gli stili, la qualità e l'abilità nel modellare il vetro incandescente. Per diversi secoli, i vetrai di Murano mantennero un monopolio sulla qualità del vetro, sullo sviluppo o perfezionamento delle tecniche, tra cui quelle del vetro cristallino, del vetro smaltato, del vetro con fili d'oro (avventurina), del vetro multicolore (millefiori), del vetro-latte (lattimo) e delle pietre preziose imitate in vetro. Oggi, gli artigiani di Murano stanno ancora impiegando queste secolari tecniche, in ogni lavorazione: dall'arte contemporanea di vetro alle figurine di vetro di Murano, fino ai lampadari e tappi del vino.
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