L’orrore di Auschwitz che pochi conoscono

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In un libro davvero prezioso, edito da \"I Solferini\", tutti i dettagli più mostruosi sul lager, ben prima dello sterminio sistematico di 6 milioni di ebrei. La straordinaria prefazione dell'ex direttore del Corriere Paolo Mieli

Anche se gli anni passano, continuo imperterrito a guardare avanti e ad arricchirmi di storie, di notizie, di emozioni: vero, anzi decisamente l'unico patrimonio di ogni giornalista. Sono rimasto davvero incantato dal libro \"Il regno di Auschwitz\", di Otto Friedrich, pubblicato da \"I Solferini\", casa editrice direttamente collegata al mio giornale, il Corriere della Sera, dove lavoro da 60 anni. Sono stato ad Auschwitz a documentare il mostruoso orrore del secolo scorso (6 milioni di morti), almeno 15 volte. Ho partecipato ad un film, dormendo nella stanzetta di un vicino hotel senza chiudere gli occhi. Ho partecipato ad un documentario televisivo sul lager. Ho conosciuto e frequentato quasi tutti i sopravvissuti europei, a cominciare dalla grande Liliana Segre, senatrice a vita nel Parlamento italiano, che mi onora della sua stima e amicizia. Mi illudevo di sapere quasi tutto, e confesso subito di avere sbagliato. Non si finisce mai di studiare e di imparare, e sono felice che un libro mi abbia aiutato a inquadrare un capitolo decisamente orribile che ignoravo. Dopo aver letto, anzi divorato non so quante volte la prefazione di Paolo Mieli, che è stato mio direttore al Corriere della Sera, e che considero uno dei più grandi intellettuali e storici che la vita mi ha permesso di incontrare. L'inizio della prefazione si racchiude in tre parole, che preannunciano davvero tutto: \"Auschwitz venne dopo\". E subito segue l'atroce spiegazione: \"Il primo campo di concentramento nazista nacque nella primavera del 1933, a poche settimane dall'ascesa al potere di Adolf Hitler\". Mieli, con lucida e appassionata ricerca, per la quale è un maestro unico, spiega, dopo la lettura del libro di Otto Friedrich, come il lager numero uno fosse \"stato creato dal nulla, tra il dicembre del 1941 e la metà dell'anno successivo, nella Polonia occupata, in una località sperduta nelle piane paludose della Vistola. E crebbe fino a diventare un impero penitenziario di circa 150.000 abitanti\". Le carte del processo di Francoforte (dicembre 1963-agosto 1965), che fuori dalla Germania furono quasi ignorate, sono il trionfo dell'orrore più cieco. Da località quasi gradevole, anzi piacevole, vista assai diversamente dagli altri campi di sterminio (siamo esplosi di rabbia poche settimane fa, vedendo la foto di alcune ragazzine in minigonna e ragazzi seminudi che prendevano il sole sui binari diretti alla morte), fu teatro di scene orribili. Migliaia di ebrei, catturati in mezzo mondo, a cominciare dalla Slovacchia, dalla Libia, dalla Tunisia, dall'Africa e dal Vicino Oriente, venivano spogliati e mandati direttamente ai forni, con lo stimolo dello Zyklon B. Un racconto molto... ( Antonio Ferrari / ( LaPresse/AP - CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/vici...

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