Vincenzo Bellini - I Puritani - Sinfonia

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I puritani e i cavalieri, più noto con il titolo breve I puritani, è un'opera seria in tre atti di Vincenzo Bellini su libretto di Carlo Pepoli, tratto dal dramma storico di Jacques-François Ancelot e Joseph Xavier Boniface (noto col nome di Saintine), Têtes rondes et Cavaliers.Bellini compose l'opera in nove mesi, dall'aprile del 1834 al gennaio del 1835: una gestazione per l'epoca insolitamente lunga. Durante questo periodo, l'impianto drammaturgico subì trasformazioni radicali e il compositore guidò passo dopo passo il lavoro dell'inesperto librettista.
L'11 aprile 1834 Bellini scriveva a suo zio Francesco Ferlito: «Di già ho scelto l'argomento per la nuova opera di Parigi: è dei tempi di Cronwello dopo che questi fece decapitare Carlo I d'Inghilterra… Io sono entusiasta del soggetto, lo trovo proprio da ispirare e martedì, al più tardi, incomincio a scrivere la musica, sperando che il poeta (il conte Pepoli di Bologna) mi dia dei versi».
Inizialmente strutturata in due atti, l'opera fu suddivisa in tre atti poco prima dell'andata in scena, su indicazione di Gioachino Rossini; la nuova suddivisione fu consigliata dalla decisione di invertire l'ordine della Scena di Elvira ("Qui la voce sua soave") e del Duetto tra Riccardo e Giorgio, la cui stretta "Suoni la tromba, e intrepido" provocava un'immancabile richiesta di bis.
Alla vigilia della prima rappresentazione, la lunghezza eccessiva dello spettacolo impose il taglio di tre brani, oggi sovente ripristinati in occasione degli allestimenti:

Il cantabile del terzetto tra Arturo, Riccardo ed Enrichetta (atto I) Se il destino a te m'invola

Il cantabile del duetto tra Arturo ed Elvira (atto III) Da quel dì ch'io ti mirai

La stretta del finale (atto III) Ah! sento o mio bell'angelo

Contemporaneamente alla versione per Parigi, Bellini approntò una versione destinata a un allestimento previsto al Teatro di San Carlo di Napoli, la cui protagonista doveva essere Maria Malibran e in cui la parte di Riccardo doveva essere sostenuta da un tenore. Per questa versione Bellini modificò alcuni numeri dell'opera, perlopiù trasportandoli a tonalità più gravi, ed affidando alla protagonista la parte principale nel finale del terzo atto; inoltre il duetto tra Riccardo e Giorgio fu soppresso, perché politicamente pericoloso, e sostituito da un breve recitativo. L'allestimento non ebbe però luogo, in quanto la partitura arrivò a Napoli in ritardo, e la versione napoletana fu riscoperta ed eseguita solo negli anni Ottanta del Novecento.
Debuttò al Théâtre de la comédie italienne di Parigi il 24 gennaio del 1835, con esito trionfale. Bellini poteva così scrivere a Francesco Florimo: «Mi trovo all'apice del contento! Sabato sera è stata la prima rappresentazione dei Puritani: ha fatto furore, che ancora ne sono io stesso sbalordito… Il gaio, il tristo, il robusto dei pezzi, tutto è stato marcato dagli applausi, e che applausi, che applausi».
Fu l'ultima opera composta da Bellini. Aveva gia` iniziato a pensare alla successiva "Un ballo in Maschera" ma la morte blocco per sempre la creazione dell`ennesimo capolavoro.

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