ogni tanto spariscono cose in internet, sono spariti dei video tra cui il n° 3 della semina, non so come mai, è un mistero! a me spariscono i calzini nella lavatrice e le cose in internet, per cui rifacciamo i video:
dal libro ORCHIDEE, STORIE & PERSONAGGI, 4° edizione, pag 572 acquistabile da www.orchideria.it o amazon: SEMINARE ORCHIDEE IN CASA
Nella maggior parte dei casi gli orchidofili sono stati “contagiati” da una Phalaenopsis, poi, dopo una decina di Phalaenopsis si cerca qualche altro tipo di orchidea commerciale, quindi si passa a qualche specie botanica, attraverso questo percorso si aumentano le conoscenze, e man mano che aumentano le orchidee e la loro conoscenza si accende in fondo alla mente l’idea della semina e piano piano si fa strada il pensiero “E se provassi a seminare? E se magari riuscissi a creare un nuovo ibrido che potrei registrare con il nome di una persona cara?”
Quasi sempre si è intimoriti dalle difficoltà che ci si immagina si possano incontrare nella semina, e resta solo un sogno.
Beh! non lasciatevi impaurire, la semina delle orchidee è molto ma molto più semplice di quel che può sembrare a prima vista.
Anch’io non avrei mai pensato di essere in grado di seminare, fino al 1990 avevo visto solo i laboratori professionali di Lecoufle a Parigi, attraverso una finestra si vedevano i biologi in camice bianco che lavoravano in un ambiente asettico con “camere sterili a flusso laminare”, io son sempre stato “casinista” e mi sembrava una cosa da fantascienza e al di là delle mie capacità, ma una sera dell’inverno 1990 con gli amici orchidofili Mario Beja e Sergio Mior, andammo da Franco Pupulin, che da tempo seminava in casa, per assistere ad una ”seduta di semine” quella sera vedendo Franco che seminava in soggiorno con un’attrezzatura casalinga “fai da te” pensai “Allora sono capace anch’io!”
Ma è così, chiunque può cimentarsi nella semina delle orchidee, non c’è niente di difficile, basta capire bene il procedimento, bisogna studiare un pochino la teoria, e poi, dato che “Vale di più una volta vedere che cento volte sentire”, è sufficiente che vediate un hobbista che semina in casa ed avrete imparato.
E non è neanche un problema di costi, per la preparazione dei materiali bastano le attrezzature di una normale cucina, una pentola a pressione, un frullatore ad immersione e vasetti di vetro, vanno benissimo quelli vuoti delle marmellate, miele, sughi ecc. anche il substrato si può fare in casa, ci sono molte formule casalinghe.
Ad esempio in 1 litro di acqua distillata da osmosi inversa sciogliete 1 g di concime 30-10-10, un granello di nitrato di calcio, un pizzico di solfato di ferro, 20 g di zucchero, un pochino di omogeneizzato di banana e agar-agar, il solidificante che trovate in erboristeria o nei negozi di alimentari cinesi.
Con un costo totale di meno di un euro avrete molti vasetti, da 10 a 20, dipende dal tipo di vasetto, in ogni vasetto va lo spessore di circa un centimetro di composto.
Certo i professionisti usano costosissimi “terreni di coltura” appositamente studiati con dentro un sacco di micro componenti chimici, ma nelle impurità del concime, dell’omogeneizzato e dello zucchero della formula casalinga ci sono un’infinità di micro componenti chimici.
E poi ho visto appassionati che hanno avuto eccellenti risultati con la suddetta formula casalinga.
Per creare un campo sterile, se non avete l’intenzione di diventare professionisti e seminare a tempo pieno, in questo caso sarebbe indispensabile una costosissima cappa sterile a flusso laminare, potete costruirvi una “cappa umida” costituita da un parallelepipedo di plastica, oppure si può seminare su una pentola che bolle o, ancora più semplice ed economico, come attrezzatura per creare una piccola superficie sterile potete utilizzare “nientepopodimeno che”…una candela!
L’importante è che non vi lasciate intimorire, perché se riuscirete a vincere l’iniziale paura di non farcela, vi si spalancherà un mondo nuovo con infinite possibilità, e poi una delle più grandi (forse la più grande) soddisfazioni che possa avere un appassionato è quella della semina.
Di seguito una piccola guida per le prime semine. Mi sembra giusto cominciare con le Phalaenopsis, per prima cosa bisogna procurarsi i semi, che io sappia non c’è nessuno che venda semi di orchidee, per cui bisogna procurarseli in proprio, selezionate le due piante che volete incrociare, mettete su ognuna un’etichetta con le caratteristiche della pianta, ad esempio “Phalaenopsis ‘A’ bianca punteggiata” e “Phalaenopsis ‘B’ rosa rigata”, a questo punto bisogna impollinarle.
In natura l’impollinazione avviene per opera di insetti che, più o meno volontariamente, prelevano il polline da un fiore e lo trasportano sullo stimma di un altro, in casa non ci sono le falene che impollinano le Phalaenopsis, per cui dovremo fare noi il lavoro dell’insetto, è un’operazione semplicissima, con uno
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