Val Veny Rifugio Elisabetta e dintorni (AO) Ottobre 2018

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Val Veny, Courmayeur (AO). Dieci ore, 1500m in salita e altrettanti in discesa, "senza arrivare mai in cima", citando l'ultimo libro di Paolo Cognetti, in una bella ma freddina giornata autunnale. L'idea originale era quella di rifare l'anello del Mont Fortin come trent'anni fa, in quella che era stata l'ultima escursione con mio papà prima della sua malattia; le foto di quel giorno della vetta con i resti del fortino e le montagne alle spalle mi sono care. Va beh, dopo più di due ore e 1000m di salita dalla partenza incontro il ghiaccio nel traverso sotto la parete nord a quota 2710m, un tratto piuttosto esposto che bisognerebbe fare in estate; ci provo ma si scivola e come sensazioni è una giornata no, mi dico che il panorama è già splendido e ridiscendo al lago Combal. Ma al rifugio Elisabetta ci vado, per rivederlo dopo tanto tempo; impiego ancora un'ora abbondante e arrivo al rifugio dove ci sono i lavori. Il ghiacciaio della Lex Blanche e les Aiguilles de Tré la tete dominano il rifugio posto poco sopra le vecchie caserme di confine al tempo della guerra. Risalgo il torrente dietro il rifugio, verso le Pyramides Calcaires, per vedere meglio il ghiacciaio dell'Estellette; arrivo alla sella a quota 2450m e il panorama spazia su tutta la valla, dove c'era il lago Combal. Al ritorno vado al lago del Miage che, dall'alto sembrava piccolo ma anche da vicino è un piccolo cuore. Poco vicino il grande ghiacciaio nero del Miage ricoperto da detriti si scioglie in fusione; è un continuo avvertire il suono di sassi che cadono ma è comunque bello. Dopo 10 ore, seguendo la Dora di Veny ritorno alla macchina, ho fatto comunque un bel giro, ci sono giornate si e giornate no, in montagna è bene ricordarselo. In solitaria. Ottobre 2018.

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