PNRR e Scuola 4.0: 3 B per guardare lontano

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Grazie ai fondi speciali del PNRR (che si inscrivono in un momento già florido di risorse grazie agli ingenti investimenti del Ministero dell'istruzione con PON e PNSD) la scuola italiana è attraversata da un grande fermento, e si trova ora a dover gestire un investimento senza precedenti, rivolto a tutti gli istituti di istruzione statali della penisola.

Molte sono le domande, i dibattiti, gli entusiasmi ma anche le resistenze che questa opportunità ha scatenato. Tante anche le proposte di “idee pronte”, copia e incolla raffazzonati che sanno però un po' di stantio e tradiscono la vocazione stessa del piano. All’alba di quello che promette di rivelarsi un giro di boa culturale senza precedenti, vi proponiamo quindi una provocazione: niente ricette pronte ma domande aperte, nessun appiattimento su ipotetiche richieste amministrative, ma la voglia di ragionare per orizzonti e possibilità di ripensamento sistemici.

Un confronto aperto, tra 3 grandi pensatori, 3 giganti della didattica, 3 “B” che calpestano il suolo più fertile della scuola italiana da anni e che ci porteranno il loro contributo in termini di visione, ampliamento della prospettiva e progettazione.

Mercoledì 12 ottobre dalle 17.00 presso lo Spazio LEO dell’istituto Mattarella di Modena si è svolto l’incontro “3B per Scuola 4.0” che ha visto compresenti sul palco:

Daniele Barca, Dirigente Scolastico illuminato dell’IC 3 di Modena, che ama definirsi un “umanista prestato al digitale”. Punto di riferimento nel panorama dell’innovazione didattica è stato membro del team di Piano Nazionale Scuola Digitale che ha dato vita al fenomeno degli Atelier Creativi.
Gabriele Benassi, Già consulente per il Ministero per lo sviluppo digitale della scuola, insegnante di Italiano e Latino presso il Liceo Galvani di Bologna, svolge per il Servizio Marconi TSI e per l’equipe formativa territoriale dell’USR Emilia-Romagna attività di formazione e ricerca sui principali temi che legano il digitale alla didattica
Francesco Bombardi, Architetto di spazi per l’apprendimento, Designer, Maker, Professore di Industrial Design all’Università di Modena e Reggio e al Politecnico di Milano, progettista dello Spazio Leo, ha firmato numerosi progetti per le scuole con riconoscimenti internazionali.

Questa è la registrazione di quel confronto.

COSA VEDRAI IN QUESTO VIDEO?
Una sorta di salotto del sapere, un confronto umano e lungimirante su ciò che attende la scuola italiana, a partire dalla riflessione consapevole di ciò che è oggi la scuola italiana.

Un’occasione per ragionare sul concetto stesso di “ecosistema di apprendimento”, sul ruolo che lo spazio può e deve avere nella formazione e soprattutto sull’occasione di progettazione meditata e contestuale che un finanziamento della portata di Piano Scuola 4.0 offre a tutte le scuole italiane.
Abbiamo affrontato punti di forza e presupposti di entrambe le misure che caratterizzano il Piano Scuola 4.0: spazio quindi all’Azione 1 – Next Generation Classrooms, che mira ad accompagnare la transizione digitale della scuola italiana, trasformando le aule scolastiche precedentemente dedicate ai processi di didattica frontale in ambienti di apprendimento innovativi, connessi e digitali: grazie a questa azione le aule scolastiche hanno l’occasione di diventare veri ecosistemi inclusivi e flessibili, capaci di integrare tecnologie e pedagogie innovative. Ma anche attenzione all’Azione 2 – Next Generation Labs volta a potenziare i laboratori per le professioni digitali per gli studenti delle secondarie.
Si è parlato quindi delle nuove competenze che le scuole sono chiamate ora a veicolare, al setting innovativo che le aule – al servizio di metodologie e didattica – possono assumere, anche in modalità ibrida e capace di veicolare il concetto di “on-life” sempre più preponderante nel dibattito quotidiano; del cambio di paradigma imposto dalla presenza sempre più pervasiva dell’approccio STEAM nella didattica curricolare e alla formazione che in primis il personale della scuola deva abbracciare, per tradurre un cambiamento possibile in un’occasione colta.
Uno spazio aperto, per iniziare a disegnare insieme – come comunità educante – nuove prospettive potenzianti per i ragazzi di oggi, che afferrano con gioia le opportunità offerte dal domani.

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