Omicidio di Sergio Ramelli: parla uno degli aggressori

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«Prima i fascisti erano un simbolo odiato, ma lì davanti non avevo più un fascista. C'era Ramelli, che era un uomo. E io avvertii anche il peso di quanto stavo facendo, lo avevo provato anche io in precedenza questo sentimento e già intuivo la sofferenza che lui avrebbe provato e che stava già provando. Ma qui comincia la mia colpa, la mia colpa che io ritengo la più grave...»

Milano, 13 marzo 1975. Mentre è intento a parcheggiare il motorino sotto la propria abitazione, lo studente diciannovenne Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, viene aggredito a colpi di chiave inglese da un gruppo di attivisti di estrema sinistra. Morirà dopo 48 giorni di agonia. Uno degli aggressori, Marco Costa, militante di Avanguardia Operaia, depone al processo che lo vede imputato per questo reato.

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