MONTE BIANCO da rif. Gonella (via Ratti) 22/08/2021

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Il mio racconto:
Allora, quale la mia l’idea immensa? quale il mio piano diabolico? Sìiii, CONQUISTARE la vetta del Monte Bianco salendo dalla via Ratti (o via del Papa), la via normale italiana. Conoscendo le difficoltà che dovrei affrontare, il ghiacciaio del Dôme, la scalata delle Aiguilles Grises e l’affilata cresta di Bionassay in notturna, prima di sbucare al Dôme du Goûter e raggiungere la capanna Vallot, sono molto preoccupato. Sono allenato, ma la gita è decisamente impegnativa dal punto di vista fisico, mentale e, trattandosi del tetto d’Europa" per la quota. Sarò in grado di gestire tutto?
Al rifugio invernali Gonella, 3.071 metri, sistemò le mie cose, ceno e alle 20,30 in branda: il programma prevede sveglia a mezzanotte-mezza e partenza all’una. Ore 01:30
Ed ecco arrivata l'ora di partenza per la grande avventura. La sera prima sono arrivati al rifugio due ragazzi Cunesi,
Claude e Alessandro, molto decisi e pronti per il Monte Bianco.
Mi hanno chiesto di aggregarmi con loro in cordata,
ma un lupo solitario e difficile da legare in corda. Alla fine ho deciso di proseguire in completa autonomia, e loro dietro sulle mie tracce.
Esco per primo dal rifugio e affrontò il primo traverso sulle rocce. Non fa freddo, non c’è un filo di vento e il cielo è tappezzato dalle stelle. Dopo qualche centinaio di metri metto i ramponi e iniziò a pestare ghiaccio, Claude e Alessandro mi segui, verificò che sia tutto in ordine e prosieguo, il ghiacciaio è immenso, ogni tanto vedo intorno a me dei crepacci che sembrano grandi e profondi come dei palazzi. Fa davvero impressione. Tal volte facevo fatica trovare vecchie trace umani, ad un certo punto una slavina ha cancellato tutto, hai voglia ritrovarle dopo, alla fine ce l'abbiamo fatta passando sotto un seracco e sopra dei piccoli crepacci. Arrivati al colle scaliamo le roccette delle Aiguilles Grises e passiamo il Piton des Italiens, superando quota 4.000. La via scende di qualche metro e poi attacca la traversata dell’Aiguille de Bionassay. “Qui è vietato sbagliare”, dicevo Io nel silenzio. In effetti, la cresta per qualche centinaio di metri è affilatissima, ci passa appena una persona per volta mettendo bene i piedi uno davanti all’altro. Guardo ai lati, ma la luce della frontale si perde nel vuoto. Cerco di non pensarci e resto concentrato su tutto quello che sto facendo. Stavo riprendendo e sussurrando parole, è un tratto da fare col fiato sospeso. Appena la traccia si allarga un po’ tirò un sospiro di sollievo. Sono a 4.052 metri. Claude e Alessandro non mi mollavano, sempre alle mie spalle. Camminiamo verso il Dôme du Goûter, dove la via italiana si congiunge a quella francese. Finalmente posso guardarmi intorno: scorgo i profili delle montagne, le città illuminate in basso e nel cielo, stelle cadenti. Ne avrò viste almeno una decina nello spazio di pochi minuti.
In lontananza parecchie scie luminose delle frontali degli alpinisti che stanno salendo da quella parte, altri sono già sopra la Capanna Vallot. Siamo intorno a quota 4.200 metri, e teniamo duro fino alla Vallot, a 4.362 metri. Arrivati al Vallot entriamo un attimo, sono bastati venti minuti, forse mezz’ora, per rigenerarci. Fuori inizia ad albeggiare e noi stiamo decisamente meglio. Passiamo la Petite Bosse, manca pochissimo, circa 300 metri di dislivello: a quel punto, capisco che ce la farò. Sono visibilmente emozionato e mi scappa anche qualche lacrimuccia. Vedere quasi l’alba a quella quota è uno spettacolo di indescrivibile bellezza. Non è ancora tempo però per le grandi emozioni, l’ultimo pezzo è abbastanza tosto e sembra non finire mai. Passiamo la Grande Bosse, il Rocher de la Tournette, a 4.677 metri, e ci Siamooooooooo.

Sto benissimo, non riesco, e non voglio, togliermi il sorriso che ho stampato in faccia. E’ stato faticoso, ho sofferto, ancora una volta sono andato oltre i miei limiti spostando l’asticella un po’ più in là. Guardo verso il basso, tutti i problemi, i pensieri, le preoccupazioni sono rimaste là in basso: sono in un’altra dimensione, quella della felicità e della gioia di quelle che ti riempiono l’anima e ti svuotano il cervello da tutte le cose negative.

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