I pozzi di Venezia e la salute dei veneziani - Ateneo Veneto

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Ateneo Veneto - Corso di Storia della Sanità 2021
I POZZI DI VENEZIA E LA SALUTE DEI VENEZIANI
Relatrice: Nelli-Elena Vanzan Marchini

Venezia è in acqua salsa ma non ha acqua dolce. Fin dai primi insediamenti monastici questo problema fu risolto con la costruzione di cisterne per la raccolta delle acque piovane che venivano filtrate da uno spesso strato di sabbia per giungere pure alla base della canna del pozzo da cui potevano essere attinte. Ogni campo veneziano fu dotato di uno o più puteali pubblici che venivano aperti dal capo contrada al suono della campana perché il popolo potesse mettersi in fila per attingere l’acqua potabile necessaria alla sopravvivenza. L’approvvigionamento idrico con la sola acqua piovana presto non bastò a soddisfare la richiesta di una popolazione sempre più numerosa, perciò si scelse il Brenta per rifornire i pozzi veneziani con barche dell’arte degli acquaroli.
La situazione divenne tragica durante l’assedio del 1848-49 quando si diffuse il colera. Con la costruzione dell’acquedotto nel 1884 iniziò una nuova epoca: in qualche decennio tutto l’arcipelago veneziano fu rifornito di acqua potabile.

N.E. Vanzan Marchini, "Venezia Civiltà Anfibia" (Sommacampagna CIERRE 2009)

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